A Barcellona la dirompente carica metaforica del Banc Expropiat

B4MxoWfCMAAZRM8Barcellona dalle Olimpiadi del 1992 è al centro di grandi interessi speculativi e di una gentrification che ha modificato profondamente l’assetto della città. Una città fortemente innovatrice, dagli anni ’70 con la fine del franchismo, sul lato dei diritti sociali e di genere, sul recupero della lingua catalana e della indipendenza della Catalogna, spinta da una rete di supporto composta da associazioni di vicini, pensionati, e in tempi più recenti, da movimenti trasversali come il 15M (definito in Italia ingenuamente come Indignados). Proprio qui la forte componente politica legata all’autogestione dei propri spazi e progetti ha spinto ad uno sviluppo crescente di molti di questi movimenti, in quanto a tecniche di lotte e di mutuo soccorso. La questione della casa e della proprietà è diventata centrale considerando anche il ruolo delle banche nella grande bolla immobiliare che è scoppiata nel 2008.

Le banche hanno un dominio evidente, legato al mercato immobiliare, e sono state identificate come una delle cause della povertà di molte persone. Basti pensare alla dinamica dell’ipoteca per chi voleva accedere alla prima casa di proprietà: se un lavoratore non poteva pagare il proprio mutuo, perdeva la casa e spesso si trovava anche un debito di diverse decide di migliaia di euro dovuto alla svalutazione dell’immobile. Per questi motivi è nata la PAH (plataforma afectados por la hipoteca, tradotto piattaforma per i colpiti dall’ipoteca) che tramite prolungate occupazioni simboliche di agenzie bancarie, escraches (ossia manifestazioni in cui ci si dirigeva di fronte all’abitazione del direttore di banca per informare tutto il vicinato di cosa fosse responsabile) ha permesso a chi stava per essere cacciato di casa di poter trattare un nuovo accordo, evitando di diventare un senza fissa dimora.

El Banc Expropiat és de qui l’utilitza from SuportMutu on Vimeo.

Esistono anche esperimenti piú arditi. Uno tra questi, il primo, é il Banc Expropiat nato il 22 ottobre 2011 nel cuore del quartiere di Gràcia, quando un gruppo di abitanti del quartiere ha occupato una sede de la Caixa Tarragona abbandonata da un paio di anni. L’ idea era semplice: non solo riappropriarsi degli spazi ma anche andare ad occupare fisicamente il territorio di chi eliminava spazi sociali e personali, ossia le banche e le casse di risparmio. In un ribaltamento immaginario dell’immobile, arricchito da una carica metaforica evidente.

Nel Banc Expropiat (Banca Espropiata), si é rapidamente sviluppata una struttura di mutuo soccorso, indirizzata all’anticapitalismo operativo, gestito da una assemblea composta da tutte le differenti persone che frequentano lo spazio. Dalla teoria, la pratica ha generato una serie di progetti interessanti, legati ai bisogni del vicinato e della realtá del quartiere Gracia, uno dei più storici di Barcellona. Le attività prevedono corsi di lingua (catalano, castigliano, inglese, tedesco, arabo e euskera) totalmente gratuiti,  corsi di cucito,  lezioni per imparare a ripararsi la bici, corsi di yoga e di teatro e si sono sviluppati anche altri nuovi e innovativi progetti.

El Banc Expropiat és suport mutu from SuportMutu on Vimeo.

Uno tra questi è il “negozio gratis”. Si é allestito un piccolo negozio, dove niente é in vendita, ma tutto puó essere preso (fino a 3 capi al giorno), semplicemente raccogliendo i vestiti che molti vicini non vogliono piú utilizzare. Cosí facendo tutti possono trovare quello di cui hanno bisogno senza spendere.

Un altro progetto è xarxa d’aliments, ossia una rete di supporto per l’alimentazione. Il gruppo che la compone, in maniera non assistenziale, partecipa attivamente al recupero, su tutto il territorio del quartiere, degli alimenti che non possono essere commercializzati perché esteticamente non accettabili dal mercato o che stanno per scadere, li mettono in comune e li ridistribuiscono. Organizzano anche pranzi popolari con tutti gli alimenti cosí recuperati, per poter far conoscere il proprio progetto e favorire la socializzazione, dando consigli pratici su come poterlo sviluppare in altri quartieri o altri spazi.lluitem-cartell

Attualmente il Banc é ovviamente sotto minaccia di sgombero, ma nonostante ció continua ad ampliare i propri progetti, ad esempio incorporando uno spazio ricreativo per bambini, i cui genitori non possono permettersi il l’asilo nido. Il Banc non è da solo. La scintilla del Banc Expropiat ha impiegato due anni prima di poter accendere la miccia che ha portato ad una vera e propria esplosione di agenzie bancarie occupate. Dopo il Banc infatti sono nati l’Entrebanc, el Casal Popular Tres Lliris, la Vaina, Ateneu Popular el Rec, il Casal Popular La resposta e La Porka. Pur essendo occupazioni di origine politica differente, libertari, okupa, indipendentisti, adottano tutti la stessa strategia operativa.

In quasi tutte si svolgono attivitá sociali in funzione delle possibilitá di ogni spazio e delle decisioni dei collettivi che li gestiscono. Molti si trasformano in biblioteche notturne per gli studenti che hanno bisogno di studiare durante il periodi degli esami, altri fanno concerti o cicli di formazione su problematiche sociali o di genere.

El Banc Expropiat som nosaltres from SuportMutu on Vimeo.

In una città arrichita per alcuni, ma anche depauperata dal turismo e incattivita dalla crisi la dimensione popolare di queste esperienze porta nuove idee. In Italia dove occupare una banca potrebbe suonare come un reato di lesa maestà, colpisce ricordare che molte esperienze di mutuo soccorso e cooperazione siano nate qui da noi più di un secolo fa, colpisce anche pensare come si siano trasformate come uno Zelig qualunque, ma questa è un altra storia, di cui magari parleremo in un’altra occasione.

@_ittos_

@brunomgiordano