Il ritorno in libreria di Shaft

shaftL’ultima volta che Shaft è tornato in azione è stato nel 2000, quando Samuel L. Jackson lo ha impersonato nel film diretto da John Singleton e remake dello Shaft del ’71 firmato da Gordon Parks, colonna portante della blaxploitation grazie anche all’interpretazione di Richard Roundtree, attore sconosciuto che impersona perfettamente il nero deciso ad imporsi, certo di emergere con il suo stile e il suo linguaggio “nuovo”. Ovviamente dietro l’operazione cinematografica c’era una produzione interamente in mano ai bianchi, pronti a governare la nuova moda e lontani anni luce dalla rabbia di Melvin Van Peebles e del suo Sweet Sweetback’s Baadasssss Song. Il successo anche presso il pubblico bianco fu enorme e il film vinse pure un Oscar per la miglior canzone originale composta da Isaac Hayes. Ora grazie a Big Sur ritorna il primo romanzo (impeccabile traduzione di Ettore Capriolo, pag.229 euro 15) della serie di Shaft creata da Ernest Tidyman, giornalista (bianco) del New York Times, che dopo alcuni reportage sulla condizione degli afroamericani nella Grande Mela scrive sei romanzi su un investigatore privato nero in giacca di pelle, donnaiolo e perennemente nei guai. Tidyman conosce i segreti, il ringhio, la violenza della città e governa molto bene le scene d’azione come dimostra la sua sceneggiatura di Il braccio violento della legge. Il nome del protagonista venne in mente a Tidyman vedendo un cartello dove si leggeva Fire Shaft Way. La parola Shaft gli apparse subito perfetta perché lasciava spazio a svariate interpretazioni. Violento e rissoso John Shaft vive al Greenwich Village e ha il suo ufficio in Time Square e un numero esorbitante di amanti. Orfano è cresciuto fra le violenze della strada, avrebbe potuto diventare un criminale. Ma poi ha combattuto in Vietnam comportandosi da eroe, tanto da guadagnare una medaglia al valore, e al suo ritorno in patria ha deciso di fare il poliziotto privato. Ha molti amici nella malavita e pochi nella polizia, anche se gode della stima e della fiducia del tenente Victor Androzzi che lo leva spesso dai guai nei quali si infila grazie ai suoi metodi poco ortodossi. In questa prima avventura Shaft deve trovare chi ha rapito la figlia del boss Knocks Persons. Non sarà facile, visto che dovrà destreggiarsi fra la polizia, la mafia italiana, i militanti nazionalisti neri, la criminalità di Harlem.

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“Shaft puntava sul fatto che gli sbirri non se la sarebbero presa tanto a cuore. Un cadavere a Times Square passa inosservato come un babbuino in una sala da ballo, ma un muso nero morto è un muso nero morto. Cosa gliene fregava alle giubbe blu? Shaft giocava d’azzardo.”