L’immenso Paolo Poli legge I promessi sposi

promessi sposi“A dieci anni ho avuto la scarlattina. Mi sono messo a leggere I promessi sposi. La consideravo una storiellina e mi chiedevo: perché Lucia fa tante storie e non si fa copulare? Però era scritta divinamente.” Uno strepitoso Paolo Poli ci accompagna alla riscoperta del capolavoro manzoniano. E lo fa utilizzando l’ironia pungente, il garbato istrionismo, la vena surreale, una sublime perfidia che da sempre accompagnano, sorreggono il suo modo di fare arte. Ma diciamo la verità:  chi se non il Maestro poteva calarsi nei panni di Don Abbondio e della Monaca di Monza, dando la sua voce inconfondibile a ciascuno dei memorabili personaggi manzoniani e tirandoci dentro, appassionandoci alle vicende umane e storiche del grande romanzo? Per leggerlo (e ascoltarlo) ci vogliono quasi 31 ore (audiolibri Emons), eppure il divertimento, la sagacia, la lievità non vengono mai meno. Paolo Poli ci regala, come al solito, una performance indimenticabile e ha pure trovato il tempo di dirci la sua sui personaggi:”Credo che Don Abbondio doveva essere il protagonista. Sono i due fidanzati che proprio non piacciono, troppo puritani, senza debolezza e umanità. Sono riusciti i personaggi barocchi: Don Ferrante, Donna Prassede. Il cattivone, don Rodrigo, è anche spiritoso. Il frate, nonostante sia uomo di chiesa, non riesce a essere odioso perché è stato uno spadaccino, è un uomo che ha avuto un passato”.

 

Qui sotto trovate un estratto dal romanzo. Si tratta dell’incontro, nel primo capitolo, fra Don Abbondio e i bravi.

 

 

La fotografia di Paolo Poli è di Joyce Hueting