Slavoj Žižek e l’equazione fra zombie e classe operaia

 

Problemi in paradiso_grandeLa caduta del Muro di Berlino avrebbe dovuto aprire le porte del paradiso capitalistico per tutti. Invece la crisi globale produce da noi i  precari, la disoccupazione giovanile, la demolizione del welfare, la gigantesca evasione fiscale, la crescita di povertà e disuguaglianza; altrove, decine di guerre, centinaia di milioni di schiavi  e miliardi di sfruttati. Slavoj Žižek non ha incertezze: è arrivato il momento di svelare le menzogne del capitalismo e di lavorare per superarlo. Erudito e divertente, Problemi in paradiso (Ponte alle Grazie,  pag.380 euro 16) è uno strepitoso saggio che incrocia il Gangnam Style e Marx, la Thatcher e i film americani, la Corea del Nord, Toni Negri, gli zombie…Qui sotto un estratto sulle scene di lotta di classe a Hollywood.

 

 

la-leggenda-del-cacciatore-di-vampiri-in-3d-foto-del-film-e-della-premiereUn esempio più sorprendente di lotta di classe a Hollywood è offerto da due film su Abraham Lincoln usciti nel 2012: Lincoln, la grande produzione di Spielberg, buonista, liberale e «di alta qua­lità», e il suo cugino povero, palesemente ridicolo, La leggenda del cacciatore di vampiri (Abraham Lincoln: Vampire Hunter). Come ha notato una recensione, Spielberg «banalizza Lincoln allo stesso modo in cui Martin Luther King Jr. è stato banalizzato nella nostra cultura politica, che enfatizza riconciliazione e unità a spese di verità e giu­stizia». Appena prima di vincere la guerra civile, Lincoln riesce a imporre l’emendamento che proibisce la schiavitù attraverso «astute manovre legali, meschini clientelismi e volontà personale. L’azione si concentra sull’élite al potere e presenta Lincoln come il sommo ‘insider’». Da un’ottica diametralmente opposta, La leggenda del cacciatore di vampiri mostra come «il cambiamento rivoluzionario si compia attraverso la militanza e la mobilitazione degli ‘outsider’ e degli oppressi». Lincoln, la cui madre viene uccisa dai vampiri, scopre che quest’ultimi si nascondono anche tra i secessionisti della Confederazione. Il leader dei vampiri fa un patto con Jefferson Da­vis: questi aiuteranno l’esercito della Confederazione se, in cambio, il Sud li rifornirà regolarmente di schidaniel-day-lewis-lincoln-movieavi neri da cui potranno attingere il sangue di cui hanno bisogno per vivere. Quando Lincoln scopre il patto, usa le riserve d’argento degli Stati Uniti per produrre pallot­tole per l’esercito e così si assicura la vittoria del Nord nella battaglia di Gettysburg. Ridicolo? Sì, senza dubbio. Ma questa ridicolaggine è essa stessa un sintomo della repressione ideologica o, per dirla in termini ancora più forti, della forclusione psicotica: ciò che viene escluso dal Simbolico, la lotta di classe in tutta la sua brutalità, ritorna nel Reale di una allucinazione.

 

 

Potremmo azzardare l’ipotesi che i film dell’orrore registrino la differenza di classe trasponendola nella differenza tra vampiri e zombie. I vampiri hanno buone maniere, sono ricercati e aristocratici, e vivono tra la gente normale, mentre gli zombie sono goffi, inerti e sporchi, e attaccano dall’esterno, come una rivolta primitiva degli esclusi. L’equazione tra gli zombie e la classe operaia è stata formulata esplicitamente in L’isola degli zombies (1932, diretto da Victor Halperin e Edward Halperin), lungometrag­gio sui morti viventi realizzato prima che il Codice Hays, che proibiva riferimenti diretti alla brutalità dei capitalisti e alle lotte salariali, co­minciasse a regolamentare i film di Hollywood. Nel lungometraggio in questione non ci sono vampiri, ma, significativamente, il protago­nista malvagio, che controlla gli zombie, è interpretato da Bela Lu­gosi, diventato famoso un anno prima nei panni di Dracula. L’isola degli zombies è ambientato3dd8ffc2b3bb5228f19a61c98bf1ba38 in una piantagione di Haiti, il luogo della più celebre rivolta degli schiavi. Lugosi riceve in visita il proprietario di un’altra piantagione e gli mostra la sua fabbrica di zucchero, dove i lavoratori sono zombie che, come egli si affretta a spiegare, non si lagnano per i lunghi turni di lavoro, non pretendono sindacati, non scioperano e non smettono mai di lavorare. Un film del genere non sarebbe mai stato possibile dopo l’imposizione del Codice Hays.

(Tratto da Problemi in paradiso – Il comunismo dopo la fine della storia di Slavoj Žižek, Ponte alle Grazie)