Al Lago Film Fest c’è l’animazione canadese

Sono circa duecento i film presentati alla XIII edizione di Lago Film Fest, che dal 21 al 29 luglio propone un ricco palinsesto cinematografico, tra cortometraggi, documentari, film d’animazione e sperimentali dedicati anche a focus tematici e a diversi contesti cinematografici come il Canada, la Polonia, i paesi baltici. E poi una competizione internazionale, una nazionale e molto altro. Lago Film Fest, che si svolge a Revine Lago, un piccolo borgo che si trova in provincia di Treviso tra bacini prealpini, è nato da un’idea della direttrice artistica Viviana Carlet che, dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Venezia e esperienze cinematografiche maturate all’estero, ha voluto animare il borgo natio con un festival interdisciplinare che lo scorso anno è stato visitato da oltre 15 mila persone. Belli e informali i contesti in cui vengono presentati i vari eventi: oltre alle varie piazze che ospitano proiezioni e incontri, sulle rive del lago, da qui il nome di Lago Film Fest, la sera è allestito uno grande schermo in cui vengono proiettati i film in concorso e i palchi dei concerti. Quest’anno sono una decina le band emergenti in programma della scena elettronica e indi rock italiana. Durante il giorno workshop per bambini, incontri e performance di danza contemporanea. In apertura un’immagine tratta da Finding The Truth In The World Around Us di Leslie Supnet.

 

Red Buffalo Skydive di Jude Norris

 

Tra le tante proposte cinematografiche Animating Canada è indubbiamente da segnalare perchè presenta due programmi di cortometraggi d’animazione sperimentali che difficilmente sono visibili in Italia. Una selezione di opere storiche e contemporanee che mostrano la vivacità della scena artistica canadese con film realizzati con le tecniche più diverse: con interventi grafici direttamente su pellicola, con il rotoscopio servendosi di immagini già esistenti o con found footage film e i disegni animati. Il 2017 segna il 150esimo anniversario della confederazione canadese. Un anno da celebrare, per i nazionalisti, non altrettanto per le popolazioni aborigene espropriate dalla propria terra e cultura dai coloni europei. Il centocinquantenario può essere l’occasione per riflettere sulla storia della nazione, sulla repressione di tradizioni preesistenti e sulle sue conquiste sociali. E se parliamo di conquiste cinematografiche il Canada deve la sua fortuna ai documentari, ai film sperimentali, alla videoarte e all’animazione. Un ruolo chiave nello sviluppo dell’animazione è stato quello del National Film Board, fondato nel 1939 e diretto da John Grierson, che assunse a capo del dipartimento animazione lo scozzese Norman McLaren. L’approccio sperimentale di McLaren è poi continuato a svilupparsi nel corso del tempo anche per mano di artisti e filmmakers indipendenti. Chris Gehman e Lorenza Pignatti, i curatori di Animating Canada, hanno selezionato sia film classici dell’animazione, di McLaren e del National Film Board, sia video storici, che appartengono alla storia dell’animazione come Hunger di Peter Foldès, del 1973, tra i primissimi esempi di animazione computerizzata e di utilizzo del sistema vettoriale che sarà la base più o meno indiscussa dell’animazione digitale.

A Miracle di Daniel Barrow

 

Il primo programma è dedicato all’esplorazione della relazione tra suono e immagine, esplorato nei cortometraggi di Steven Woloshen, Barry Doupé, Ed Ackerman & Colin Morton, Rick Raxlen e Pierre Hebert. Il secondo presenta invece video che mostrano quanto il linguaggio dell’animazione dialoghi con quello dell’arte contemporanea, grazie alle tecnologie digitali che hanno permesso agli artisti di contaminare il found footage film con l’animazione, la live-action e le performance live. The Hidden Cameras di Daniel Barrow, ad esempio, è realizzato con la tecnica della “live animation”. L’artista disegna su fogli di acetato proiettati con lavagne luminose, come accadeva prima dell’avvento dei computer nelle aule scolastiche. Maya Ben David con We’ve Met Before descrive una particolare forma di feticismo noto come “Vore”: la fantasia di divorare o essere divorati da personaggi fittizi, fenomeno manifestatesi per la prima volta in alcuni videogiochi negli anni ’90. Il video di Leslie Supnet commissionatole dal festival musicale POP di Montreal, esplora invece la possibilità di utilizzare strumenti tecnologici per comunicare col mondo degli spiriti e con dimensioni parallele, mentre Terril Calder indaga il legame delle popolazioni aborigene con la storia del Canada, proiettandolo in un futuro prossimo. Animating Canada raccoglie gli esempi più significativi e la vitalità dell’animazione canadese per mostrarne la sofisticazione e la bravura degli autori, che ogni volta reinventano il medium in modo nuovo e singolare.

 

Post Mark Lick di Sonia Bridge & David Brown

 

www.lagofest.org