A Pavia Steve McCurry. Icons – 100 scatti per 40 anni di carriera

Steve McCurry, Hong Kong, Cina, 1984

Fino al 3 giugno 2018, le Scuderie del Castello Visconteo di Pavia ospiteranno un’ampia retrospettiva dedicata al lavoro di Steve McCurry (Darby, 1950), uno dei grandi maestri della fotografia contemporanea. La mostra Steve McCurry. Icons, curata da Biba Giacchetti, organizzata da ViDi, con Civita Mostre e SudEst57 in collaborazione con la Fondazione Teatro Fraschini e il Comune di Pavia, raccoglie oltre 100 scatti che documentano quanto di meglio l’artista americano ha realizzato in quarant’anni di attività. L’esposizione conduce i visitatori in un viaggio simbolico nel complesso universo di esperienze ed emozioni che caratterizza le immagini McCurry e che tocca paesi come l’India, l’Afghanistan, la Birmania, il Giappone, il Brasile. Ovviamente non manca il ritratto di Sharbat Gula, la ragazza afghana che McCurry ha fotografato nel campo profughi di Peshawar in Pakistan e che, con i suoi grandi occhi verdi e col suo sguardo triste, è diventata un’icona assoluta della fotografia mondiale. In apertura Sittwe, Birmania, 1995.

 

Steve McCurry, Peshawar, Pakistan, 1984

 

“Con le sue foto Steve McCurry ci pone a contatto con le etnie più lontane e con le condizioni sociali più disparate – afferma la curatrice Biba Giacchetti – mettendo in evidenza una condizione umana fatta di sentimenti universali e di sguardi la cui fierezza afferma la medesima dignità. Con le sue foto ci consente di attraversare le frontiere e di conoscere da vicino un mondo che è destinato a grandi cambiamenti. La mostra inizia, infatti, con una straordinaria serie di ritratti e si sviluppa tra immagini di guerra e di poesia, di sofferenza e di gioia, di stupore e d’ironia”. All’interno del percorso espositivo sarà proiettato un video, dal titolo Le massime di Steve McCurry, in cui l’artista americano racconta il suo modo di intendere la fotografia e un altro filmato, prodotto dal National Geographic, dedicato alla lunga ricerca che ha consentito di ritrovare, 17 anni dopo, “la ragazza afghana” ormai adulta.

Steve McCurry, Rangoon, Birmania, 1994

 

Steve McCurry, Rio de Janeiro, Brasile, 2009