A Reggio Emilia Fotografia Europea lavora sulla memoria

A Reggio Emilia  è in pieno svolgimento (dal 5 maggio al 9 luglio) Fotografia Europea, il festival, all’edizione n.12, promosso e organizzato dalla Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia, interamente dedicato alla forma d’arte che più di altre comunica e interpreta la complessità della società contemporanea. Curata da un comitato scientifico composto da Diane Dufour (direttrice Le Bal, Parigi), Elio Grazioli (Università degli Studi di Bergamo), Walter Guadagnini (direttore Camera, Torino), Fotografia Europea 2017 ruota attorno al tema Mappe del tempo. Memoria, archivi, futuro. Il tema dell’edizione è l’archivio, ovvero come gli artisti si sono confrontati con esso nel corso degli ultimi anni. Lo hanno fatto utilizzando una modalità che è sicuramente diversa da quella degli storici e degli archivisti, cioè più critica e creativa piuttosto che strettamente documentaria. Sono quindi messi in discussione, con i mezzi e i modi dell’arte, l’idea di storia, di memoria e anche, di conseguenza, di visione del presente e del futuro. In apertura: Reed Young /courtesy Fabrica.

Paul Strand – Un paese – La portalettere

Nel ricchissimo programma di mostre, conferenze, spettacoli ed eventi interamente dedicati alla fotografia non si possono mancare alcune mostre. A Palazzo Magnani c’è, l’esposizione Paul Strand e Cesare Zavattini. Un Paese. La storia e l’eredità che propone le fotografie di Paul Strand, apparse nel libro Un Paese, pubblicato nell’edizione originale da Einaudi nel 1955. Un Paese è uno dei primi libri fotografici italiani e risente della cultura del neorealismo italiano e racconta, attraverso le immagini del fotografo statunitense e i testi di Cesare Zavattini, le vite e le storie degli umili di un paese italiano – Luzzara, nella pianura padana – scelto come specchio dello spirito di un popolo e del ritmo universale della vita legata alla terra. La rassegna illustra, inoltre, attraverso gli scatti di Gianni Berengo Gardin (che insieme a Zavattini realizza Un Paese vent’anni dopo nel 1976), Luigi Ghirri, Stephen Shore, Olivo Barbieri fino alla ricerca artistica di Claudio Parmiggiani, come Un Paese sia stato fonte di ispirazione per diversi autori, fotografi, scrittori e artisti e come questi abbiano preso spunto dal volume, divenuto esemplare nella storia della fotografia e nella letteratura per il rapporto tra immagine e scrittura.

Paul Strand – Un paese, famiglia Lusetti

 

Gianni Berengo Gardin – Un paese vent’anni dopo, 1975

I Chiostri di San Pietro, propongono una serie di mostre dedicate allo studio e archivio di Gianni Berengo Gardin, alle fotografie d’archivio, pubblicazioni e progetti di Fabrica by Benetton Group, al progetto curatoriale Les Nouveaux Encyclopédistes di Joan Fontcuberta, a un focus storico-fotografico sul Sudafrica. La mostra Dall’archivio al mondo. L’atelier di Gianni Berengo Gardin, a cura di Alessandra Mauro e Susanna Berengo Gardin, con il coordinamento scientifico di Laura Gasparini, propone di indagare l’archivio come luogo del pensiero e della creazione oltre che di custodia della memoria del proprio lavoro. Vengono esplorate le numerose connessioni tra il processo creativo e gli oggetti di lavoro del fotografo italiano, come le macchine fotografiche, le attrezzature, ma anche i provini a contatto. A Short History of South African Photography, a cura di Rory Bester, Thato Mogotsi e Rita Potenza, presenta 100 fotografie scattate in Sudafrica negli ultimi 100 anni. Potenti testimonianze dell’apartheid, le fotografie sono fondamentali per ricostruire e ricordare la storia sudafricana.

Liz Hingley/courtesy Fabrica – Cannon Street Baptist’s baptism

La mostra, a cura di Enrico Bossan e Walter Guadagnini, Up to Now. Fabrica Photography  dedicata a Fabrica – lo straordinario centro di ricerca sulla comunicazione fondato a Treviso da Luciano Benetton nel 1994 – intende restituire attraverso immagini, riviste e documenti storici ma anche nuove ricerche fotografiche e sperimentazioni di giovani creativi, l’approccio innovativo e interdisciplinare all’immagine e alla comunicazione sociale che da sempre contraddistingue Benetton Group. Il progetto curatoriale Les Nouveaux Encyclopédistes di Joan Fontcuberta rielabora i concetti di classificazione, enciclopedia e conoscenza attraverso l’uso della fotografia. È un omaggio a D’Alembert e Diderot, passando attraverso Foucault e Aby Warburg per arrivare a Hans Peter Feldman. In mostra s’incontreranno diversi progetti fotografici che si confrontano con il tema dell’accumulo e della visione: da Joachim Schmid alla suggestiva installazione di Roberto Pellegrinuzzi composta da oltre 25omila fotografie.

Joachim Schmid, Other People’s Photographs – Airline Meals, Berlin 2010