Digitalife 2017, il paradiso dei sensi

Un’immersione a 360 gradi nelle immagini. È l’esperienza, per certi versi ai confini della realtà, che propone la mostra Digitalife 2017 a Palazzo delle Esposizioni, e visitabile fino al 7 gennaio 2018. Presentata all’interno del ricco programma di Romaeuropa Festival, la sezione dedicata alle nuove tecnologie e all’arte digitale, giunge quest’anno all’ottava edizione e propone sei grandi installazioni (curate da Richard Castelli), due rassegne di film e docufilm (a cura di Andrea Bellini e Raffaella Frascarelli).

Si comincia con il collettivo giapponese Dumb Type che in MEMORANDUM OR VOYAGE ripercorre, in un’ipnotica installazione video della durata di 18 minuti, tre storici spettacoli della compagnia, incentrati sul sonno, su frammenti di luoghi e sulle coordinate del viaggio di Darwin. Si perdono poi tutti i punti di riferimento entrando nella sala dove l’artista croata Ivana Franke presenta Instants of Visibility, un’installazione in cui punti luminosi galleggianti avvolgono il visitatore facendolo entrare in una dimensione altra. A seguire Phosphor del tedesco Robert Henke, un site specific sui concetti di erosione e mutamento realizzato utilizzando una luce ultravioletta su uno strato di fosforo che crea paesaggi sempre diversi in base a degli algoritmi. In una sala cilindrica ogni giorno all’apertura della mostra e un’ora prima della chiusura ha luogo <360> degli austriaci Granular-Synthesis: una nuova creazione per 3D per percepire in maniera originale i concetti di tempo e spazio.

Nello stesso luogo, Jean Michel Bruyère in La dispersion du fils ci conduce per mano dentro le viscere delle immagini dove veniamo avvolti e colpiti da frammenti visivi e sonori (oltre 600 i film utilizzati per l’opera). Ispirata alla tragedia di Atteone, l’opera è un’esperienza unica in 3D, un viaggio all’interno di un’enorme e infinita pellicola che ingloba e colpisce, creando un senso di stordimento e di dipendenza. Si prosegue poi con le dodici opere video, tutte prodotte nel 2016, provenienti dalla Biennale de l’Image en Mouvement e con KizArt e la selezione di video per raccontare l’arte contemporanera ai bambini. L’ultimo tassello di questo percorso che sollecita tutti i sensi è Allegoria sacra dei russi AES+F che, in qualche maniera, restituisce un corpo alle immagini. Nella loro opera presentano un aeroporto in cui i viaggiatori, lasciati a terra a causa di una forte nevicata, si addormentano e vengono catapultati in una sorta di Purgatorio in cui si muovono come sculture, ognuno con un ruolo ben preciso, dando vita a una realtà altra.

Roma  Palazzo delle Esposizioni      fino al 7 gennaio 2018