Alice Rohrwacher: Lazzaro felice chiede agli spettatori di tornare bambini…

Alice Rohrwacher è felice. Felice come il suo Lazzaro felice, ragazzo eternamente giovane (o eternamente vecchio) che è il protagonista e il titolo del suo film. In concorso per la Palma d’Oro di Cannes 2018, arriva nei cinema il 31 maggio, con il Premio alla Miglior sceneggiatura condivisio con l’iraniano Three Faces.

 

 

Tornare bambini

Come definirei il mio film? Un film realistico che fa un passaggio nel fiabesco per chiedere allo spettatore di tornare bambino. Ma anche che è un film volutamente naif nel suo muoversi nel tempo. A rendere felice Lazzaro è la felicità degli altri. È quello che fa per tutto il film. Il fatto che gli altri lo capiscono, che ne approffittino, che non se ne accorgono… beh questa è un’altra storia. I lazzari sono sempre gli ultimi della fila. Amano non farsi notare non si  sentono protagonisti. In fondo si tratta di un film spirituale ma colmo di luoghi, corpi, odori.

 

Chi è Lazzaro

Adriano Tardiolo – Lazzaro,  è un ragazzo di 19 anni che abbiamo trovato facendo i casting nelle scuole. Devo ringraziare la mia direttrice casting. Mi ha colpito subito. Il fatto è che lui, alla nostra richiesta, all’inizio rispose di no. ‘Non mi interessa, no grazie’, disse. Allora gli chiedemmo di fare un patto: per un mese avrebbe provato con noi, poi avrebbe deciso. Per fortuna gli è piaciuto. Abbiamo davvero provato tantissimo. Poi un giorno, metre giravamo, Adriano si è avvicinato e mi ha detto: ‘In sceneggiatura c’è scritto: Lazzaro è triste, la natura piange’ . Cosa devo fare? Quel giorno si è messo a piovere…

 

Senza data

Si tratta di un film strampalato, un po’ bislacco. Non volevo che il film avesse una data precisa. Certo tutto accade dopo il 1984, ma non importa. Vorrei che lo spettatore si dimenticasse del tempo che passa… E si ritrovasse nel passato presente e nel presente passato che abbiamo creato. L’ispirazione, alla fine, viene più che dal tanto cinema citato inconscimanete perché è quello con cui sono cresciuta e che ho amato e che quindi è entrato dentro di me: Pasolini, Olmi, i Taviani, Vittorio De Sica, viene da una scrittrice di favole per bambini: Chiara Frugoni.

 

San Francesco e il lupo

Viene da lei il tono generale e quel San Francesco che c’è anche se non si vede mai. Chiara Frugoni ha studiato il santo di Assisi, la storia del lupo viene da lei. È lei che racconta che una volta un lupo si avvicinò a Francesco che dormiva ma non gli fece nulla, perché aveva sentito che era buono e che non gli avrebbe potuto fare niente. Di mio ho aggiunto la favola che racconta Antonia adulta, cioè mia sorella Alba, di un lupo che non fa del male perché è troppo vecchio per farlo.