Alla riscoperta di James Baldwin

Speriamo che il notevole I’m Not Your Negro di Raoul Peck spinga qualche spettatore a leggere James Baldwin (nato nel 1924 a New York e morto a Saint-Paul de Vence, in Francia, nel 1987). Non che sia un’impresa facile visto che oggi è un autore quasi ignorato dalle nostre case editrici. Si trova facilmente la raccolta di 8 racconti Stamattina stasera troppo presto (edito da Racconti Edizioni, in originale Going to Meet the Man), fondamentale per comprendere l’evoluzione di Baldwin, con due racconti – Il macigno e La scampagnata – dove compaiono alcuni dei personaggi e delle situazioni del romanzo d’esordio, Gridalo forte. Scene dalla vita di John Grimes, un ragazzo di Harlem schiacciato dal patrigno predicatore che grazie all’aiuto di un amico riesce a liberarsi, ad entrare in rapporto con il mondo, a scoprire e accettare la propria omosessualità. Baldwin è uno scrittore grandissimo, con un’enorme influenza sulla società americana, come testimoniano anche le parole di Peck:” Ho avuto la fortuna di leggere Baldwin molto presto, a 18 anni, e mi ha cambiato la vita. Mi ha dato le parole per esprimere quello che sentivo in maniera istintiva e mi ha dato una struttura per guardare al mondo. Da allora ad oggi non ho mai smesso di avere Baldwin accanto a me”. Se la letteratura di denuncia sociale ha mai prodotto dei frutti, uno di questi è la narrativa di James Baldwin. Uomo giusto al momento giusto, lo scrittore afroamericano è riuscito ad assicurarsi il favore di un pubblico vastissimo: è anche grazie a lui che il Movimento dei diritti civili riuscì ad ottenere, fra la metà degli anni Cinquanta e la metà dei Sessanta, insperati e considerevoli risultati. Quello che Baldwin dice non è, rispetto all’epoca, nuovo in assoluto; ma ha l’evidente pregio di essere esposto con forza e chiarezza. In questo senso è esemplare La prossima volta il fuoco, un saggio-racconto in forma di due lettere fitte di riferimenti autobiografici. Stile vigoroso e asciutto con appena un po’ di enfasi nei punti giusti, il tutto adagiato su un argomentare piano e incisivo. Rispunta qua e là il predicatore che James era stato da ragazzo, seguendo la strada del padre prima di staccarsi dal cristianesimo (la “religione del Dio bianco”), ma per rifiutare anche il movimento musulmano dei Black muslim (seguaci del “Dio nero”) ed elaborare la propria teoria integrazionista. Lo scrittore mirava, allora, alla ricerca di una soluzione concorde, elaborata insieme da bianchi e neri, e si opponeva al separatismo nero che considerava utopistico e svantaggioso. Il dissolversi del mito americano, la crisi dei valori morali, tutto, secondo Baldwin poteva essere superato con un’azione comune. Le 120 pagine di The Fire Nex Time, scritte nel 1962 (pubblicate l’anno seguente) sono la tappa fondamentale di un cammino ideologico ed espressivo dal quale in seguito, lo scrittore ha parzialmente deviato, tornando a forme romanzesche più tradizionali, anche per mantenere saldo il suo rapporto con i lettori:”I libri mi hanno insegnato che le cose che mi han tormentato di più erano proprio quelle che mi connettevano agli altri”. Stordisce la consapevolezza di Baldwin, il suo sapere scegliere la strada da percorrere, partendo sempre dall’io:”Si scrive a partire da una cosa soltanto, la propria esperienzaSì, e la propria esperienza non è necessariamente la realtà che si vive tutti i giorni. Tutto accade a te, è ciò che intende Whitman nella poesia Heroes quando dice: «Sono io l’uomo, Io a soffrire, Io a essere lì».