Mark Osborne: Il Piccolo Principe appartiene alla vita di ognuno

Schermata-04-2457134-alle-23.24.15Portare sullo schermo Il Piccolo Principe una dei libri più amati della letteratura mondiale (145 milioni di copie vendute e traduzioni in 250 lingue) rappresenta da sempre un bel problema. Fra tutte le versioni cinematografiche fatte fino ad oggi la più interessante è probabilmente quella firmata da Stanley Donen nel 1974. Ora Mark Osborne, il regista di Kung fu Panda, si è cimentato nell’impresa dopo avere superato incertezze e dubbi. Il problema con il romanzo,  scritto da Antoine de Saint-Exupéry nel 1942, è che ha influenzato più generazioni, per molti è divenuto il libro della vita quindi c’era la necessità di non deludere i lettori. Missione compiuta con una storia moderna realizzata grazie all’uso di tecniche differenti (stop motion e computer graphic innanzi tutto) e con la trovata di collocare la storia in una contesto contemporaneo che faccia da cornice, con come protagonista una bambina di 9 anni amica di un anziano aviatore che vive in un aereo parcheggiato in giardino.

 

Una dote speciale 

All’inizio del 2009 il mio agente mi aveva chiamato per avvertirmi che c’erano due produttori francesi (Dimitri Rassam e Aton Soumache) intenzionati a portare la storia sul grande schermo e volevano un cartoon. In un primo momento ho rifiutato. Poi ho iniziato a lavovarci ma senza troppe speranze: non riuscivo a trovare la chiave per trasformare il libro in film. Il Piccolo Principe ha una dote speciale perchè appartiene alla vita di ognuno. All’inizio in testa avevo due obiettivi: convincere il pubblico che lo ama e farlo scoprire a coloro i quali non lo conoscono. Per me questo libro ha un significato enorme: me lo aveva regalato mia moglie quando abbiamo iniziato a frequentarci al tempo del college. Sono consapevole della magia contenuta in queste pagine. Perciò ho deciso di costruire intorno alla storia principale una vicenda più grande che preservasse il cuore e l’incantevole freschezza dell’originale.

 

Otto anni di lavoro

Per arrivare in fondo al progetto mi ci sono voluti otto anni di lavoro. Volevo mantenere un sapore artigianale e per farlo ho utilizzato tecniche di animazione differenti. La computer graphic mi è servita per lavorare sul presente, e lo stop-motion per i frammenti estratti dal libro, in modo da dare il giusto valore alle famose illustrazioni di Saint-Exupéry che risulteranno familiari ai lettori. Questo modo di procedere ha praticamente raddoppiato il lavoro dato che ho dovuto far interagire due troupe e in contemporanea. La voce del piccolo principe appartiene a mio figlio Riley che aveva 11 anni quando ho realizzato il film ed era perfetto per il ruolo. Sono poi  estremante soddisfatto della scelta delle voci: Marion Cotillard, James Franco, Benicimagesio Del Toro, Jeff Bridges, Paul Giamatti, Foy Mackenzie hanno aderito in modo entusiasta al progetto e sono davvero magnifici. (n.d.r. In Italia lo doppieranno: Stefano Accorsi, Pif, Alessandro Siani,  Tony Servillo, Giuseppe Battiston, Alessandro Gassman, Paola Cortellesi, Micaela Ramazzotti).