Sofia Coppola: C’è sempre un mistero latente tra uomini e donne

In piena Guerra di Secessione, nel profondo Sud, le donne di diverse età che sono rimaste in un internato per ragazze di buona famiglia danno ricovero ad un soldato ferito. Dopo averlo curato e rifocillato costui resta confinato nella sua camera attraendo però, in vario modo e misura, l’attenzione di tutte. La tensione aumenterà mutando profondamente i rapporti tra loro e l’ospite.

Visioni personali

In ogni film e di questo mi accorgo solo alla fine, inserisco cose che ho visto e opinioni di persone che conosco. Sono sempre stata affascinata dalle interazioni tra le donne e mi sono accorta che queste cambiano radicalmente con la presenza di un uomo. La storia di The Beguiled mi ha attratta perché parla di un gruppo di donne. Mi ha fatto un po’ pensare a Il giardino delle vergini suicide, con queste ragazze tagliate fuori dal mondo. Ma anche perché non ho mai fatto dei film su donne di diverse età, che si trovano in stadi differenti delle loro vite e sul loro modo di interagire. In questa storia, ognuna di loro ha un rapporto diverso con l’uomo.

 

La notte brava del soldato Jonathan

La scenografa Anne Ross mi ha parlato del film La notte brava del soldato Jonathan (1971) di Don Siegel, che non avevo mai visto anche se sapevo che era molto noto. L’ho visto e la sua storia non mi ha più abbandonata, la sua diversità, la svolta inattesa degli avvenimenti. Non avevo mai immaginato di fare un remake ma questo film mi ha molto incuriosita e mi sono procurata il libro su cui è basato. Ho pensato che, se avessi raccontato questa storia dal punto di vista delle donne, il mio film sarebbe diventato una reinterpretazione. Le premesse della storia hanno un grande potenziale perché i rapporti di forza tra le donne e gli uomini sono universali. C’è sempre un mistero latente tra uomini e donne.

 

La scenografia

Dal punto di vista visivo, mi sono ispirata a fonti molto diverse. Abbiamo visto dei quadri dipinti durante la Guerra di Secessione ma anche foto di ragazze di William Eggleston degli anni Settanta. E poi Tess (1979) di Roman Polanski e dei film di Alfred Hitchcock per la suspense. Il direttore della fotografia Philippe Le Sourd è un artista, ho lavorato con lui per vari spot pubblicitari e sentivo che avrebbe portato qualcosa di davvero bello al film. È stato bellissimo poter girare in pellicola, con vecchi obiettivi che sono sempre più rari. Volevo delle immagini dolci, diafane ma anche piene di sole, impregnate del calore dell’ambiente, molto fumé. I personaggi soffocano, soprattutto per il contenimento delle loro pulsioni sessuali. La scenografia è naturale, con le querce piene di foglie. Madewood è un posto magnifico ma la casa e la proprietà che la circonda sono un po’ tetre a causa del loro passato coloniale. Volevo che fossero palpabili sia gli insetti che il lusso della residenza. Le occupanti non sono più in grado di tenere la casa in ordine come un tempo, sono rimaste in poche e i giardinieri sono andati via. Le piante rampicanti proliferano, contribuendo ad una sensazione di minaccia costante. La raffinatezza degli interni contrasta con la vegetazione selvaggia all’esterno.

 

La musica

La vita di queste donne è diventata così arida che una musica troppo presente non avrebbe avuto senso, mi sono tenuta al minimo. Ho pensato che questa scelta avrebbe rafforzato l’esperienza degli spettatori, che possono avvertire meglio l’isolamento di queste donne, condannate ad ascoltare l’incessante canto delle cicale e il rumore lontano dei cannoni. La guerra dura da tanto tempo, è sullo sfondo, le donne ci si sono abituate.

Nicole Kidman

Adoro come recita Nicole Kidman, soprattutto quando interpreta personaggi un po’ strani, come in Da morire (1995) di Gus Van Sant. Ho sempre desiderato lavorare con lei. Mentre stavo scrivendo la sceneggiatura, immaginavo lei per quella parte e questo pensiero mi è stato d’aiuto. Ero certa che avrebbe dato molto al personaggio di Martha emozioni ma anche umorismo. Nicole la interpreta con tale autorità da non lasciar dubbi su chi comanda. Kirsten Dunst sembra venire da un’altra epoca, è molto credibile nei film in costume. Volevo che interpretasse Edwina, la maestra di scuola vulnerabile, un personaggio che non le assomiglia per niente. Vale lo stesso discorso per Elle Fanning, che interpreta una ragazza maleducata anche se lei è adorabile. Mi piace vedere le attrici in ruoli inattesi.