Valeria Golino: io e la nebulosa Anna

In Per amor vostro c’è la Napoli di quando ero bambina, quella che ho cercato e ritrovato almeno nelle atmosfere, ma soprattutto c’è la Napoli di Beppe Gaudino, totalmente astratta. E disegnata, come me… Ma in città ci ero già tornata per La kryptonite nella borsa e La guerra di Mario. Ma questa è un’altra Napoli, un po’ perché la città stessa non è mai uguale a stessa: è una città che è come raccogliesse tutto e ti rilanciasse tutto, come una palla. Penso sia un formidabile recipiente per l’immaginazione. Era la città perfetta per un film che non racconta la realtà ma un’emozione. Anna che aiuta tutti, ascolta tutti, ma non sa parlare di sé… Lei vive come in una nebulosa, mi diceva Gaudino. Qui c’è “il mondo di Beppe”, come diciamo noi che abbiamo avuto l’onore di entrarci. Perché è un regista unico, timido e insieme appassionato. Entri nel suo mondo solo non cercando di capire tutto. Sul set ci diceva dieci cose e noi non capendole andavamo alla cieca, ne facevamo nove ma solo dopo capivamo che lui voleva la decima.

 

 

bigI colori

Per aumentare il suo effetto onirico, il film mescola il bianco e nero e il colore, il realismo ai disegni: aggiungete gli effetti speciali, con l’idea del cielo e del mare che diventano tutt’uno. E scuri, col Vesuvio sullo sfondo. O contrastati… Io sul set volevo essere presente a me stessa, ma nello stesso tempo non capivo e sentivo che questa sensazione di disagio era ciò che voleva Beppe: la sceneggiatura era estremamente dettagliata – anche coi disegni – ma sul set nessuno di noi doveva avere preconcetti, bisognava mettersi in gioco. Ci voleva nudi.

 

Il linguaggio dei segni

Ci ho messo mesi ad imparare il linguaggio dei segni. Serviva è per aumentare l’effetto di straniamento del film: la nebulosa Anna… Come con il dialetto che ho dovuto reimparare, grazie alla mia magnifica coach Simona Capozzi, che è stata con me sul set. Solo rivedendomi, ho capito quello che Beppe voleva da me: spero di averglielo dato. Anna vive tutto in prima persona, tutto è visto attraverso la sua soggettività, anche il paesaggio è interpretato dal suo sguardo. Beppe ha detimageto che per lui era fondamentale avere me per questo ruolo: mi ha aspettata, mi ha detto che voleva la mia bellezza e i miei contrasti. Anche la mia età…