Contrasto pubblica per la prima volta un graphic novel: Cartier-Bresson, Germania 1945 (Contrasto, 30 fotografie in b/n, pag. 144, euro 24) di Jean-David Morvan e Sylvain Savoia è un sorprendente graphic novel che miscela sapientemente disegni e fotografie. Gli autori raccontano attraverso il disegno la vita del giovane Henri Cartier-Bresson durante la sua prigionia nello stalag V nel 1940, da cui riuscirà a fuggire per poi farvi ritorno da fototgrafo cinque anni più tardi. Nel 1940, qualche giorno prima di essere fatto prigioniero con i suoi compagni della sezione “Film e fotografia” dell’esercito, ha il tempo di seppellire la sua Leica, la sua macchina fotografica feticcio. Non si rassegnerà certo alla prigionia. Cercherà due volte di evadere, prima di riuscirci, lasciando il campo per prigionieri di guerra nel 1943 e andando subito a disseppellire la Leica. Ritorna in Germania nel 1945, per seguire la liberazione dei prigionieri e aiutarli a ritrovare il loro posto nella società del dopoguerra. Lo farà con il film Le Retour e in parallelo con una serie di famose fotografie. Di quel viaggio, una foto è particolarmente conosciuta, scattata nel campo di Dessau. Esistono fotografie che sono un emblema, il feticcio di un’epoca, come questa, nella quale si vede una donna accusarne con violenza un’altra in mezzo alla folla: è un’ex prigioniera che riconosce, e accusa, chi l’ha denunciata alla Gestapo. Potrebbe essere l’ultima foto della Seconda guerra mondiale o la prima della Liberazione. Ma è anche uno degli esempi più eloquenti dello stile del suo autore. Un’immagine colta in modo rapido, mai riquadrata, dove però tutto sembra studiato, ponderato, calcolato al millimetro. Un’icona che invita a riflettere sull’arte e sulla libertà. Chi erano davvero i protagonisti di questa immagine? Perché Henri Cartier-Bresson era presente proprio in quel campo? Qual era il suo scopo nel fare questa foto? Morvan e Savoia con questo graphic novel si propongono di rispondere a queste domande, ricostruendo il contesto di quella famosa fotografia. Il racconto si sviluppa per flashback, la storia si apre nel 1946, con il fotografo in procinto di imbarcarsi per gli Stati Uniti, dove il MoMA ha organizzato una retrospettiva sul suo lavoro credendolo morto, e procede indietro nel tempo allo lo scopo di spiegare perché Cartier-Bresson scattò quella fotografia. Completano il volume un portfolio di immagini di Henri Cartier-Bresson e un dossier di Thomas Tode, regista di documentari e ricercatore.