Scruta i vagoni dei treni carichi di graffiti della fine degli anni ’70. I pendolari che si affollano nel vagone durante l’ora di punta, le ragazze adolescenti ancora nelle loro uniformi scolastiche bianche e fresche sdraiate sui sedili vuoti, un uomo con pantaloni arancioni con risvolto che culla una radio mentre aspetta nella stazione della 72nd Street…«Non ci volle molto a Willy Spiller per capire che non c’è niente di più stimolante a New York delle sue metropolitane, ogni vagone è un microcosmo sudato e sferragliante della città stessa, un melting pot rumoroso, affollato e colorato dove tutti sono spinti a guardare gli affari degli altri» , scrive Bill Shapiro nell’introduzione a Hell on Wheels (pubblicato in Europa dalla casa editrice Bildhalle). Willy Spiller è arrivato a New York da Zurigo nel 1977. Ed è rimasto soggiogato dalla subway, al punto da scattare più di 2mila fotografie. Allora era un luogo famigerato, violento, creativo e vitalissimo che non poteva che attrarre l’attenzione di Spiller. Bisognava trovare il modo per proporre uno sguardo consapevole su uno spazio transitorio, dove, per un breve viaggio da una parte all’altra della città, persone di classi e culture differenti si mescolavano in un mix di energia, forza, cameratismo, scontri. (In apertura Schoolgirls On the A Train to Far Rockaway, New York, 1978 – © Willy Spiller).
Il libro propone una raccolta di fotografie di Spillers dal 1977 al 1984, formando una serie ormai leggendaria di immagini che catturano la vita in movimento di NY e che dimostrano l’incredibile empatia e umanità del fotografo nei confronti dei soggetti che ritrae. Spiller combina la curiosità per i suoi simili con una profonda comprensione della bellezza del banale e del mondo che lo circonda. Come ha scritto lo storico Paul Nizon: «mi sono spesso chiesto cosa rendesse la fotografia di Willy Spiller così schietta e avvincente. Credo che sia una miscela di sfacciata curiosità e maliziosa complessità unita a un fraterno senso di compassione. Non è una cosa che si impara a scuola: è più una questione di classe, di predisposizione e, in definitiva, di carattere. Dietro la facciata spavalda c’è un sognatore, un uomo affamato di vita e bellezza. E questo è il motivo per cui si schiera con l’umanità, che è solo un altro modo per dire che ha un amore innato per l’umanità. Questo è il modo in cui vede le cose. Ed è guidato da una grande energia artistica».