I 1000 occhi (12-17 dicembre), ventunesimo anno: il festival internazionale del cinema e delle arti ideato e tuttora ispirato da Sergio M. Grmek Germani e ora diretto da Giulio Sangiorgio e Olaf Möller con l’apporto organizzativo di Simone Starace, è in questi giorni nel pieno delle sue visioni triestine. Cuore della manifestazione è l’omaggio a Dino Buzzati, che campeggia anche nella bella locandina di Sergio Ponchione: una retrospettiva dedicata al cinema ispirato dallo scrittore (e pittore, drammaturgo, librettista, scenografo, costumista, poeta, cronista…) nel cinquantesimo anniversario della scomparsa, che è anche “una festa, per il cinema che amiamo, ricordiamo, difendiamo”, dicono i curatori della manifestazione. E infatti i film che compongono la retrospettiva celebrano opere come Il segreto del bosco vecchio di Ermanno Olmi e il suo film quasi gemello, Barnabo delle montagne di Mario Brenta, film buzzatiano per eccellenza mai troppo ricordato, Fortezza di Ludovica Andò e Emiliano Aiello, che rilegge “Il Deserto dei Tartari” all’interno della Casa di Reclusione di Civitavecchia, con protagonisti e co-autori i detenuti stessi. Riemerge anche Mizar del “comandante” Francesco De Robertis, che aveva contato su Buzzati (corrispondente di guerra della Marina italiana) come collaboratore alla sceneggiatura, e poi Contronatura di Antonio Margheriti, liberamente ispirati al racconto “Eppure bussano alla porta”, il formidabile Il fischio al naso, opera seconda da regista di Ugo Tognazzi, basata su soggetto buzzatiano sceneggiato, tra gli altri, da Rafael Azcona. E ancora: Un amore di Gianni Vernuccio (1965), il corto del 1971 di Corrado Farina Buzzati delle montagne, e venerdì 16, nella giornata dedicata alle Masterclass online, l’incontro “Dino Buzzati e i progetti non realizzati” con gli interventi di Marina Silvestri (il progetto di Anna Gruber da Il deserto dei tartari), Olaf Möller (i film realizzati e non da Il deserto dei tartari) e Alessandro Mezzena Lona (il progetto di Buzzati per Il viaggio di G. Mastorna di Federico Fellini).
Da non trascurare, sabato 17 su Raitre, la notte dedicata a Dino Buzzati, in cui si potranno vedere La giacca stregata di Massimo Franciosa (1969, 87’), Povero bambino! di Paolo Nuzzi (1973, 34’) La Galleria, cuore e memoria di Milano di Ermanno Olmi (1967, 43’) e delle animazioni Bruno Bozzetto su testo buzzatiano.
C’è poi il premio Anno uno, che “I 1000 occhi” assegna ogni anno e che per questa XXI edizione si sdoppia essendo assegnato a Antonio Rezza e Flavia Mastrella, che naturalmente saranno a Trieste per l’occasione. La coppia, già Leone d’oro per il teatro alla Biennale veneziana, presenta a Trieste i due nuovi lavori realizzati da solisti, Il Cristo in gola di Rezza e La legge – La Costituzione recitata dagli animali con la voce del padrone di Mastrella. C’è poi anche un premio Anno uno speciale, assegnato a enrico ghezzi e Alessandro Gagliardo, per il film Gli ultimi giorni dell’umanità: un modo per continuare a celebrare un critico essenziale per il nostro rapporto col cinema. Completano il programma l’omaggio a Mark Rappaport, cineasta e autore di film critici e saggistici, che sarà in collegamento con il festival per presentare le proiezioni dei suoi lavori: Debra Paget, For Example (2016), The Double Life of Paul Henreid (2017) e From the Journals of Jean Seberg (1995); il ritorno su Maria Frau, con l’anteprima mondiale di Maria Frau – L’attrice che spense la sua stella alla presenza del regista Sergio Naìtza e in collegamento con l’attrice; un’apparizione di Nora Gregor e la riscoperta di Francesco Penco.
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