La divertita leggerezza di Amiche alle Cicladi, di Marc Fitoussi

La declinazione dell’amicizia femminile si ottiene attraverso un road movie inatteso che per tappe successive, assesta i sentimenti, i protagonisti e trova una strada per consolidare i rapporti amicali pur dentro una diversità genetica, in una sorta di convivenza pur nella radicale e proficua biodiversità. Blandine (Olivia Côte) e Magalie (Laure Calamy) da ragazzine erano amiche, studiavano insieme e Magalie, esuberante e piena di risorse, trascorreva molto tempo a casa di Blandine, compassata e timida, e la andava a trovare anche presso la famiglia dove lavorava come baby sitter. Ma gli anni passano e le due amiche dopo un litigio di poca cosa, perdono le tracce l’una dell’altra. Blandine che lavora come tecnico di radiologia è divorziata e il figlio Benjamin percepisce in sua madre una leggera depressione, una incapacità a intrattenere relazioni d’amicizia. Accidentalmente viene a sapere di questa amicizia giovanile della madre e grazie ai social rintraccia Magalie. Organizza una cena e poi fa di tutto per farsi sostituire da Magalie in un viaggio in Grecia con sua madre. È la realizzazione di un vecchio desiderio delle due donne, un viaggio alle Cicladi nell’isola di Amorgos dove era ambientato il film Grand blue di Luc Besson. Le due donne partono ma la vacanza naufraga. I loro caratteri sono troppo diversi per potere trovare l’armonia di un tempo. Ma forse non tutto è proprio perduto. Film dichiaratamente scacciapensieri fonda la propria natura su quest’amicizia impossibile tra il diavolo e l’acqua santa. Da una parte l’impacciata e riservata Blandine, dall’altra la vulcanica e sempre sessualmente attiva Magalie, che senza un soldo e senza una fissa occupazione sbarca il lunario con stratagemmi opportunistici, magari con qualche profilo di illegalità, un po’ come il famoso personaggio di Ecce bombo.
 

 
Da qui questo road movie al femminile che strada facendo si arricchisce di un’altra presenza, sempre femminile, la Bijou (Kristine Scott Thomas) amica di Magalie, realizzatrice di gioielli, ideologa della coppia aperta che convive con lo scultore Dimitros le cui opere non le piacciono. Vivace e ovviamente anche prevedibile, Amiche alle Cicladi è tenuto in piedi da questa coppia improbabile, dall’esuberanza di una Laure Calamy in grande forma che si esibisce anche in un imprevedibile nudo che mette in imbarazzo la sua rigida amica e dalla compassata Blandine che troverà modo di rimediare ai suoi errori. Il film scorre liscio e senza sussulti, tra un problema e l’altro e tra una soluzione e l’altra. La vita in questi film è sempre una questione da prendere alla leggera e si risolve sempre tutto per il meglio.Amiche alle Cicladi come si comprende sin da subito, non occuperà righe in una futura storia del cinema, una bella confezione aiutata dagli splendidi scenari dei luoghi e la simpatia istintiva verso queste due protagoniste che troveranno uguali partigianerie tra gli spettatori. Fitoussi scrive e dirige un film innocuo per la verità i cui fondamenti della storia – la sincerità, la vera conoscenza della vita dell’altro o dell’altra, la verità svelata dei comportamenti che paiono incomprensibili e maldestri – è tutta roba già vista e già scritta, non svela nulla di nuovo e nulla di incredibile. I personaggi dal canto loro sono abbastanza convenzionali in un assortimento da commedia guardando anche al passato del cinema. Ma tutto sembra passare in secondo piano perché Amiche alle Cicladi in fondo rassicura e nessuno si aspetterà alcuna sorpresa dalla sua storia, anzi cercherà delle conferme rispetti ai suoi prevedibili sviluppi. Nel film si ride e si sorride, secondo la genetica di una classica commedia e lo si fa con una certa eleganza, nulla di più, in un momento in cui ridere è diventato difficile e la sicurezza è quello che manca. Il film assolve a questi suoi compiti, pur nella sua eccessiva e scontata leggerezza sa offrire quasi due ore di divertimento dal quotidiano. Anche questo è già visto e già sentito, altri film nel passato hanno, per qualche ora, alleviato il pubblico dalle tragedie che, impetuose, segnavano le loro vite ed è pure capitato che questi film qualche rigo nella storia del cinema l’hanno pure ottenuto.