La leggerezza balsamica di What’s Love? di Shekhar Kapur

C’è qualcosa di già visto in questa spiritosa, e a tratti smielata, commedia inglese in cui due amici trentenni devono fare i conti col linguaggio dell’amore. Londra. Zoe (Lily James) è documentarista, totalmente assorbita dal lavoro, con una dipendenza cronica da appuntamenti su Tinder che si rivelano perlopiù incontri di sesso occasionale con uomini vuoti e inaffidabili. Kazim (Shazad Latif) è medico, di origini pakistane, nonché vicino di casa e amico d’infanzia di Zoe. Lui deve partire per il Lahore: lì si trova Maymouna, sua futura sposa conosciuta via Skype per sigillare il bene della tradizione matrimoniale islamica; Zoe, su suggerimento di due produttori, decide di realizzare un documentario sull’avvenimento combinato, dal titolo Love (Contr)Actually.

 

 

E, nella realtà dei fatti, i produttori di What’s Love sono proprio gli stessi di Love Actually (e di  Il diario di Bridget Jones), i quali si sono appoggiati al regista anglo-pakistano Shekhar Kapur (già autore del dittico Elizabeth e Elizabeth: The Golden Age con Cate Blanchett) e alla blasonata Jemina Khan per la sceneggiatura. Effettivamente, l’apporto che Khan dà a una storia risaputa (più che a Love Actually, pensiamo iperbolicamente a commedie rosa come Il matrimonio del mio migliore amico), cioè l’ennesima coppia di amici sulla quale deve trionfare sempre e comunque l’amore, è soprattutto il tentativo di attaccare il politically correct di oggi attraverso l’uso di ironia e sarcasmo verso il cliché delle nozze combinate: ad esempio quando Kazim, accompagnato dai genitori, si reca presso un’agenzia matrimoniale islamica per cercare l’anima gemella («non troppo femminista, non troppo scura, diciamo beige» dice il padre di lui) e la trova al di là di uno schermo di computer nella fintamente remissiva Maymouna. Pure qui scatta lo sfottò verso un intero retaggio culturale in cui la Coca-Cola “masala” – che gravita a una delle tre feste in onore dei futuri sposi – non è altro che rum e cola camuffato da soft drink, o sull’omosessualità di Kazim data erroneamente per certa quando l’amico di Maymouna gli offre di “divertirsi” per un’ultima volta prima del fatico “sì”.

 

 

Dall’altro lato, però, c’è la messa alla berlina della società occidentale – in particolare quella d’oltremanica, appunto – costituita in primis da Zoe, working girl tutta videocall e messaggini, affettivamente digiuna di uomini disposti a condividere con lei l’inizio di un percorso stabile (s’interroga se il problema sia lei stessa e crudelmente risulta una mezza conferma); e non è da meno il ritratto di sua madre, Cath (una divertente Emma Thompson, la migliore del cast assieme a Shabana Azmi), donna di mezz’età divorziata, beona, eternamente sopra le righe, dall’indole autoritaria pur di decidere il bene sentimentale della figlia (cosa che quest’ultima le rinfaccia con puntualità), non poi così tanto distante dalla mentalità della famiglia di Kazim. A tutto ciò va accorpata la quota femminista (rappresentata dalla sorella di Kazim, ripudiata dalla famiglia perché sposata a un uomo non di fede islamica) e quella forzatamente anticonformista nell’economia della narrazione (la morale dell’andare oltre le barriere ideologiche in nome dell’uguaglianza etnica tout court).

 

 

Però sia chiaro, evitiamo fraintendimenti: Kapur dirige con mano professionale e segue meticolosamente ogni nota scritta da Kahn, ma è proprio quest’ultima ad aver attinto un po’ troppo a immaginari già sviluppati da altri (da Monsoon Wedding di Mira Nair alle rom-com di Nora Ephron e Nancy Meyers); sicuramente What’s Love possiede in sé l’andamento lineare della semplicità (che talvolta dà sicurezza agli spettatori), ha il potere di battute godibili, risulta spumoso sulla riflessione dell’Amore (declinato in molte delle sue possibili forme) tanto agognato quanto raggiunto nel finale conciliatore che ti porta a una leggerezza balsamica ma, a conti fatti, effimera.