Prospettive di un complotto: il Far East rivisita l’omicidio del presidente coreano Park

Il 26 ottobre del 1979, il presidente e dittatore sudcoreano Park Chung-hee viene ucciso da Kim Jae-gyu, capo della Korean Central Intelligence Agency, ponendo fine a 18 anni di dominio inaugurati dal colpo di stato militare del 1961. La vicenda, centrale nella complicata storia del paese asiatico, stimola ancor più la fantasia dei creativi per gli angoli ancora oscuri circa le motivazioni che hanno spinto il capo dell’intelligence al gesto estremo (compiuto dentro la “Casa Blu”, la residenza ufficiale del dittatore) costatogli poi la condanna per impiccagione: frutto di una scelta premeditata o gesto di follia istintivo? Proprio questa ambiguità è al centro della duplice proposta del Far East Film online 2020, che affianca due opere affini eppure profondamente diverse sullo stesso evento, che offrono così due prospettive opposte sulle medesime situazioni. È Im Sang-soo a offrire i primi spunti grazie alla riproposizione (in versione restaurata) del suo The President’s Last Bang del 2005, dove la ricostruzione degli eventi si concentra maggiormente sul giorno dell’attentato. L’autore preferisce non sciogliere tutti i misteri sui motivi dell’azione, concentrandosi di più sull’aspetto satirico, con un umorismo raggelato che rende di fatto la drammatica vicenda un grottesco racconto di stupidità al potere. Mentre vediamo Kim commettere l’omicidio, emerge un ritratto che alla durezza dei metodi repressivi di Park alterna una riflessione arguta sull’inadeguatezza di uomini che si ritrovano a gestire dinamiche più grandi di loro, finendo inevitabilmente per ritrovarsi sopraffatti dai rispettivi ruoli. Im trasfigura questa lotta di potere attraverso una visualità labirintica, che attraversa fluidamente gli spazi della Casa Blu con eleganti carrellate, restituendo l’idea di una realtà che sembra quasi restare a guardare le patetiche scaramucce fra questi piccoli uomini. Ne consegue che il racconto si offre nel segno di una natura “introversa”, dove il mondo “di fuori” fa capolino poco e nulla, lasciando all’esterno il quadro internazionale in cui la vicenda naturalmente si colloca. (In apertura un’immagine tratta da The President’s Last Bang).

 

The President’s Last Bang

 

Al contrario è proprio quest’ultimo a fare da ossatura a The Man Standing Next, pellicola più recente diretta da Woo Min-ho e ispirata all’omonimo romanzo. Se Im imbastisce una sorta di personalissima commedia dell’arte, Woo affonda le mani nel terreno della più classica spy story, di cui riprende iconograficamente ogni dettaglio, pur quando racconta eventi reali: funzionari in giacca e cravatta, spie in impermeabile, microfoni e registratori a nastro fanno capolino in un racconto teso e incalzante che allarga il quadro e prova a fornire un ritratto composito di Kim. Il capo dell’intelligence viene così costretto in un gioco di pressioni che vedono in campo da un lato la comunità internazionale e in particolare gli Usa, preoccupati dal potere di Park e decisi a mantenere il controllo su un territorio che faccia da argine alla spinta comunista proveniente dal nord; dall’altro versante c’è la ragion di stato, che costringe l’uomo a cercare di convincere il dittatore a non cedere alle lusinghe del potere, concedendo maggiore democrazia alla nazione, salvo vedersi sempre respingere ogni istanza. Il che, se da un lato spinge Kim a ordire l’omicidio del suo predecessore e amico Park Yong-gak, che si è già consegnato agli americani, conduce altresì alla dichiarata ostilità nei confronti del capo del team della sicurezza Kwak Sang-cheon, ansioso di inasprire la presa sul popolo con metodi repressivi. Singolare come, accanto alla precisa opposizione dei toni (irridenti in Im, seri e drammatici in Woo), i due film imbastiscano anche una precisa dinamica espressiva sull’uso delle location: alla fluidità labirintica di The President’s Last Bang, l’opera di Woo Min-ho oppone un più forte senso della rappresentazione scenica, con location molto più elaborate e che sembrano stare addosso ai personaggi, a tratti riflettendone gli stati d’animo, a volte dominandoli, all’interno di uno stile che predilige pochi movimenti di macchina. Questa rigidità dello sguardo viene poi rotta dal lungo piano sequenza che mostra l’omicidio del dittatore, liberando così la violenza del gesto nel compimento del più tipico crescendo narrativo.

 

The Man Standing Next

 

 

Guarda i film (sino al 4 luglio)

The President’s Last Bang: https://www.mymovies.it/live/feff/movie/the-president-s-last-bang/

The Man Standing Next: https://www.mymovies.it/live/feff/movie/the-man-standing-next/