Alla Casa del Cinema Strade a doppia corsia, viaggio nella New Hollywood

La retrospettiva, organizzata dalla Cineteca Nazionale e dalla Casa del Cinema con il sostegno dell’Ambasciata Usa che si tiene alla Casa del Cinema da oggi  fino al 26 gennaio 2020 (a ingresso libero), è un viaggio nel cinema americano dalla seconda metà degli anni Sessanta fino alla seconda metà dei Settanta, un periodo di straordinario rinnovamento. La grande ondata nota come New Hollywood o Hollywood Renaissance ha portato alla ribalta alcuni tra i registi più celebri della storia del cinema (come Martin Scorsese, Francis Ford Coppola o Brian De Palma), ma risulta oggi un po’ “confinata” alla notorietà di pochi grandi titoli e di pochi grandi autori. Raramente si ricordano il contributo delle produzioni indipendenti o dei registi che hanno fatto da apripista a temi e atmosfere, i primi passi di cineasti poi divenuti famosi o i film considerati minori che artisti importanti hanno realizzato sulla scia di un filone o di uno stile in auge. La rassegna propone così un percorso in 18 titoli per evidenziare come anche i maggiori successi siano il frutto di un panorama vasto, eterogeneo e talvolta poco noto. Se questo è stato un momento esemplare, lo si deve infatti a tanti elementi: registi e sceneggiatori appassionati di cinema europeo che si sono cimentati a ridefinire contenuti e modelli produttivi; fautori geniali (un nome per tutti, Roger Corman) di film low budget e indipendenti dagli Studios, ma capaci di intercettare i desideri del pubblico; il numero enorme di titoli realizzati; la possibilità di mettere in scena situazioni o argomenti precedentemente tabù perché censurabili. (In apertura un’immagine tratta da Gangster Story di Arthur Penn).

La sparatoria – The Shooting di Monte Hellman

 

Strade a doppia corsia si sviluppa lungo tre itinerari: il primo è un Omaggio a Monte Hellman, geniale cineasta diventato poi riferimento per molti registi più giovani (come Quentin Tarantino di cui è stato produttore esecutivo per il suo esordio, Le iene). Di Hellman verranno proiettati i sei film che ha realizzato tra la seconda metà degli anni Sessanta e la fine dei Settanta, da La sparatoria (1966) al western italiano Amore, piombo e furore (1978). Il secondo itinerario, Gangster&Co., intende tracciare un percorso partendo da Gangster Story (1967) di Arthur Penn, per mostrare come quest’opera abbia potentemente influenzato tanto cinema. Il terzo tragitto, Woman in US, è dedicato all’immagine della donna in quel periodo così innovativo ma molto incerto per quanto riguarda il ruolo del femminile di cui si ravvisa soprattutto una profonda crisi identitaria. Temi dell’epoca, “filoni” di opere che partono da capolavori, omaggi: unendo film famosi a gioielli dimenticati, Strade a doppia corsia vuole tracciare alcuni percorsi ragionati su una gloriosa stagione americana che ha ancora parecchio da insegnare al cinema del presente per la capacità di rinnovare l’immaginario lavorando spesso lateralmente alla grande industria ma arrivando poi a influenzarla profondamente. Una stagione americana di cinema che, oltretutto, forse più di ogni altra sintetizza le caratteristiche per cui nella seconda metà del Novecento gli Stati Uniti sono stati percepiti come una terra di utopie, di viaggi e ribellioni, di libertà espressive ed esistenziali.

 

 

Dario Argento e Giancarlo De Cataldo aprono ufficialmente la rassegna, mentre durante la settimana altre personalità introdurranno i film mostrando quanto queste opere abbiano segnato generazioni differenti. Assieme a nomi storici, come Dario Argento, Enrico Vanzina,  Wilma Labate ci saranno infatti anche registi che rappresentano una nuova leva di cineasti, ma per i quali i nomi di Monte Hellman o Terrence Malick sono e restano centrali. La persistenza di quelle opere e di quell’immaginario si riflette nei lavori dei Fratelli D’Innocenzo, che si sono guadagnati meritata attenzione con il loro esordio La terra dell’abbastanza e di Claudio Giovannesi che con La paranza dei bambini si è  confermato un autore di notevole rilievo. Ci saranno anche Alessandro Portelli, uno dei maggiori esperti italiani della cultura statunitense; la Conservatrice della Cineteca Nazionale, Daniela Currò che ha lavorato molti anni negli Stati Uniti e il critico Alberto Crespi.