L’attrice britannica Vanessa Redgrave riceverà il Leone d’oro alla carriera della 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. Si tratta del secondo Leone d’oro alla carriera della 75. Mostra. Il Leone destinato a un regista è già stato attribuito a David Cronenberg. Ogni anno la Biennale assegna due Leoni d’Oro alla carriera della Mostra del Cinema: a un regista, e a un attore o un’attrice. Vanessa Redgrave, nell’accettare la proposta, ha dichiarato: “Sono sbalordita e straordinariamente felice di sapere che sarò premiata col Leone d’oro alla carriera dalla Mostra di Venezia. La scorsa estate stavo girando proprio a Venezia The Aspern Papers. Molti anni fa ho giratoLa vacanza nelle paludi del Veneto. Il mio personaggio parlava solo in dialetto veneziano. Scommetto di essere l’unica attrice non italiana ad aver recitato un intero ruolo in dialetto veneziano! Grazie infinite cara Mostra!”. Figlia d’arte, sei volte candidata all’Oscar (vinto nel 1977 con Giulia), Coppa Volpi a Venezia nel 1994 per Little Odessa, Vanessa Redgrave è da 60 anni una delle più amate e ricercate attrici del cinema d’autore internazionale. Attiva anche in campo teatrale, ha vinto un Tony Award e un Olivier Award come migliore attrice. Fra i suoi lavori più recenti, nel 2018 ha interpretato The Aspern Papers di Julian Landais con Jonathan Rhys Meyers e Joely Richardson; Mrs Lowry & Son di Adrian Noble con Timothy Spall; Georgetown di Christoph Waltz con Annette Bening. Nel 2017 ha diretto e interpretato Sea Sorrow con Ralph Fiennes ed Emma Thompson (produttore, Carlo Nero) e ha recitato in The Inheritance di Matthew Lopez allo Young Vic Theatre, prodotto da Sonia Friedman e diretto da Stephen Daldry.
Vanessa calca con successo il palcoscenico fin da giovanissima ed esordisce sul grande schermo accanto al padre nel 1958 nella commedia Dietro la maschera. Poi si dedica solo al teatro, entrando nella Stratford-upon-Avon Theater Company. Conosce così il regista Tony Richardson, che nei primi anni ’60 diventa suo marito e la guida in rappresentazioni shakespeariane. Nel 1966 la Redgrave torna al grande schermo con Morgan matto da legare, di Karel Reisz, che le vale il premio di miglior attrice a Cannes e la prima nomination all’Oscar. Sempre nel 1966 è in Blow-up di Michelangelo Antonioni. Il tema dell’incomunicabilità, caro al regista italiano, trova un’interprete perfetta in quella giovane donna enigmatica, che si esprime quasi senza parlare. Un anno dopo Joshua Logan la chiama negli Stati Uniti per le riprese di Camelot, poi Vanessa torna in Europa per altri due film sotto la direzione di Richardson, Il marinaio del Gibilterra e nel 1968 I seicento di Balklava. Nello stesso anno interpreta l’anticonformista ballerina Isadora Duncan in Isadora (1968) di Karel Reisz (seconda nomination all’Oscar). Nel 1971 è Maria Stuarda, regina di Scozia (1971, terza nomination all’Oscar), una suora ne I diavoli di Ken Russel, poi una ragazza rinchiusa in un manicomio ne La vacanza di Tinto Brass, con Franco Nero, presentato alla Mostra di Venezia. Con la coraggiosa e volitiva Giulia (1977) di Fred Zinnemann, Vanessa Redgrave vince l’Oscar. Nel 1984 James Ivory la vuole ne I bostoniani (nuovamente candidata all’Oscar) e nel 1985 è l’insegnante in preda alla solitudine de Il mistero di Wetherby (1985) di David Hare. Con la sensibile Ruth Wilcox di Casa Howard (1992), ancora di James Ivory, ottiene la sesta candidatura all’Oscar. E’ del 1994 la Coppa Volpi a Venezia per Little Odessa di James Gray. Interpreta poi l’amara protagonista de La signora Dalloway (1997) di Marleen Gorris e nel 2007 appare in Espiazione di Joe Wright, film d’apertura della Mostra di Venezia.
Il Direttore della Mostra Alberto Barbera ha dichiarato: “Unanimemente considerata tra le migliori interpreti femminili del cinema moderno, la Redgrave è un’attrice sensibile e capace di infinite sfumature, interprete ideale di personaggi complessi e non di rado controversi. Dotata di naturale eleganza, innata forza di seduzione e di uno straordinario talento, è potuta passare con disinvoltura dal cinema d’autore europeo alle fastose produzioni hollywoodiane, dalle tavole del palcoscenico alle produzioni televisive, offrendo ogni volta risultati di assoluta eccellenza. Le sue apparizioni, distribuite in sessant’anni di attività, emanano autorevolezza e piena padronanza dei ruoli, generosità senza limiti ed estrema raffinatezza, qualità non disgiunte da una buona dose di audacia e combattività che costituiscono uno dei tratti più evidenti della sua personalità umana e artistica”.
Graziella Donati