Nessun italiano in gara per la Palma d’Oro, ma ben tre pellicole alla Quinzaine des Réalisateurs, la sezione collaterale del Festival di Cannes 2017 (17/28 maggio). I tre film sono A ciambra di Jonas Carpignano, Cuori puri di Roberto De Paolis e L’intrusa di Leonardo Di Costanzo. Flm perfetti per la sezione meno “paludata” del festival. L’intrusa è Maria, moglie di un killer arrestato che, coi suoi due figli, entra in contatto con Giovanna, fondatrice del centro “la Masseria” di Napoli, dove le mamme portano i bambini per sottrarli al degrado. Le protagoniste sono l’esordiente Valentina Vannino e la coreografa e ballerina Raffaella Giordano. Leonardo Di Costanzo, già regista di L’intervallo, lo racconta così: “L’Intrusa non è un film sulla camorra. È un film su chi ci convive, su chi giorno per giorno cerca di rubargli terreno, persone, consenso sociale, senza essere né giudice né poliziotto. Ma è anche una storia sul difficile equilibrio tra paura e accoglienza, tolleranza e fermezza. L’altro, l’estraneo al gruppo, percepito come un pericolo è, mi sembra, un tema forte dei tempi che viviamo”. In apertura un’immagine tratta da Cuori puri.
Cuori puri è la storia d’amore tra Stefano e Agnese. Loro sono Selene Caramazza e Simone Liberati. Il film lo vedremo al cinema dal 25 maggio, e il regista Roberto De Paolis, debuttante con diploma in fotografia alla London Film School, ce lo racconta così: “Il tema del film è la verginità: quella del corpo, illusione infantile di purezza e di perfezione, e quella del territorio, metafora di barriere e muri che si alzano a protezione dell’identità. I cuori puri del film, Stefano e Agnese, sono incapaci di tendere al mistero e al rischio della diversità. Per raccontarli ho attraversato la periferia dei centri accoglienza e dei campi rom, sono entrato nelle chiese e ho indagato la realtà contemporanea delle comunità cristiane”. Jonas Carpignano è cresciuto tra Roma e New York (la madre è afroamericana e il padre italiano), ha studiato alla Wesleyan University, è nipote di Luciano Emmer e ha portato i suoi film precedenti a Cannes (Mediterranea, storia di un viaggio nel deserto africano di due migranti, per arrivare in Italia), Venezia e anche al Sundance di Robert Redford. A Ciambra, il film che presenta a Cannes è “erede” del cortometraggio omonimo e ha per protagonisti i non attori rom della comunità omonima, stanziale, di Gioia Tauro in Calabria. I nostri registi dovranno vedersela con gli altri film in concorso alla Quinzaine des Réalisateurs tra cui: il film di apertura Un beau soleil intérieur di Claire Denis con Gerard Depardieu e Juliette Binoche, l’americano di chiusura Patti Cake$ (storia super indipendente di un’aspirante rapper), L’amant d’un jour di Philippe Garrel, Alive in France di Abel Ferrara (documentario sulla tournée del regista e della sua band), The Florida Project di Sean Bakercon Willem Dafoe, il musical Jeannette L’enfance de Jeanne D’Arc di Bruno Dumont.