La Retrospettiva, a cura di Roberto Turigliatto e Rinaldo Censi, del 70° Locarno Festival sarà dedicata al regista francese Jacques Tourneur (1904 – 1977). Ottima scelta e finalmente l’occasione per dimostrare quanto sia stato sottovalutato Tourneur, maestro della serie B, ma portatore di uno sguardo incisivo e visionario. Nelle sue migliori opere ha saputo abbinare la forza affabulatrice dei racconti di genere con una poesia visiva unica, eredità forse di quella doppia matrice europea e americana che ne ha contraddistinto la vita. Tourneur nasce a Parigi nel 1904. Suo padre, il regista Maurice Tourneur, è stato uno dei pionieri del cinema francese. Dopo i primi film in Francia Maurice, prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, si trasferisce con la famiglia negli Stati Uniti, dove diventerà un regista affermato e acclamato dal pubblico. Nel 1928 rientrano in Francia, dove nel 1931 Jacques esordisce alla regia con Tout ça ne vaut pas l’amour. Gira altri tre film poi decide di tornare negli Stati Uniti. L’incontro con il produttore Val Lewton alla RKO è all’origine di una collaborazione tra le più fruttuose della storia del cinema; insieme lavorano ad alcuni film affascinanti e sinistri, riconosciuti ancora oggi come pietre miliari del cinema: Cat People (1942), The Leopard Man (1943), I Walked with a Zombie (1943). Ma l’opera di Tourneur non si riduce a questi titoli più giustamente celebrati; la riscoperta di cui è stato oggetto negli anni Settanta ha messo in luce un autore a tutto tondo, capace di esprimersi nei generi più diversi: dal poliziesco (Nick Carter, Master Detective) al western (Canyon Passage, Great Day in the Morning), dal film di cappa e spada (Anne of the Indies, The Flame and the Arrow) a quello di guerra e spionaggio (Berlin Express, Days of Glory), dal noir (Nightfall, Out of the Past), al melodramma (Experiment Perilous, Easy Living) o al film di avventura (Appointment in Honduras, The City Under the Sea). In apertura un’immagine tratta da Cat People.
Per Carlo Chatrian, Direttore artistico del Locarno Festival: “Il nome di Tourneur è noto agli appassionati e alcuni suoi film figurano tra quelli da ricordare in una stagione straordinaria quale quella del secondo dopoguerra in America; non è così per l’insieme della sua opera che pure è di altissima qualità. Questa Retrospettiva, organizzata insieme a importanti e prestigiose istituzioni che qui ringrazio, sarà dunque l’occasione per permettere alle nuove generazioni di cogliere la forza di un regista artefice di un cinema che passa attraverso scelte visive prima che nelle parole, che trova in inquadrature, movimenti di macchina, uso della luce, del suono e dei colori degli strumenti espressivi essenziali. Considerato il maestro del cinema fantastico Tourneur ha sempre cercato di andare oltre il visibile, rappresentando quei sentimenti profondi che si agitano sotto la pelle e dietro la superficie delle cose. Per questo i suoi film reggono al passare del tempo e sono fonte d’ispirazione per tanti registi .”