Come pecore in mezzo ai lupi: l’esordio crime di Lyda Patitucci

Vecchio dramma, quello dei poliziotti infiltrati. Storie in chiaroscuro sulla coscienza buona e cattiva di agenti sacrificali destinati alla perdizione, mandati Come pecore in mezzo ai lupi, per dirla con l’espressione evangelica che dà il titolo all’opera prima di Lyda Patitucci presentata nella sezione “Harbour” di Rotterdam 2023. Nel caso specifico si tratta di Vera, o almeno questo è il nome da infiltrata nella banda di serbi per la quale la giovane donna lavora. Gente poco raccomandabile, che fa volare ragazze giù dal balcone senza battere ciglio, come ci mostra senza mezzi termini l’incipit. La tensione sul volto di Isabella Ragonese è palpabile, è lei a dare vigore a questa figura femminile sospesa in un universo maschile che non ha pietà: i suoi boss, il padre pastore battista interpretato da Tommaso Ragno. L’unico uomo che nutre sentimenti è suo fratello Bruno (Andrea Arcangeli), che, per racimolare i soldi necessari a fuggire con la figlioletta lontano dalla madre alcolizzata della bimba, si mette involontariamente sulla pericolosissima strada di Vera, complice di quella rapina al portavalori che i serbi stanno organizzando e che dovrebbe permettere alla poliziotta di incastrarli.

 

 

Lo schema narrativo è semplice, gioca sulla triangolazione tra dannazione, dovere e affetti e sull’intersezione tra determinazione e predestinazione. La regia di Lyda Patitucci è agile ed essenziale, funzionale ai pattern cui ci ha abituato il marchio Groenlandia di Rovere: scenario estremo, sfondo raggelato, situazioni tirate, luce livida, personaggi intransitivi e rabbiosi. Purtroppo la sceneggiatura incorre in qualche leggerezza di troppo, svincoli narrativi abbozzati, figure di contorno appena sagomate, ed è un peccato perché film come questo necessitano e meritano una attenzione e una stratificazione in grado di differenziare il prodotto, senza limitarsi a una progettualità di sistema. Come pecore in mezzo ai lupi è un dramma poliziesco teso e funzionale nella misura in cui sta bene addosso alla protagonista e al suo rapporto con il fratello, ma laddove si allontana da questa linea si appiattisce su dialoghi e situazioni scontate, che lo mortificano.