La bestia nel cuore: Jujutsu Kaisen 0 – The Movie di Seong-Hu Park

Anche se il titolo non vi dice nulla, è giusto contestualizzare il percorso di Jujutsu Kaisen 0 – The Movie (di qui in avanti solamente Jujutsu Kaisen 0) prima di provare ad analizzarlo criticamente. Si tratta infatti della punta dell’iceberg di un nuovo, ennesimo (?), successo popolare tutto giapponese. Da una parte abbiamo infatti una serie manga e il corrispettivo anime di riferimento ancora entrambi in corso di produzione. Dall’altra invece una serie di fumetti pubblicati nel 2017 con l’intento di ampliare quel medesimo universo raccontando dei fatti antecedenti a quelli della saga ufficiale. Il film in questione è la trasposizione su grande schermo di quelle tavole e basti pensare che, solamente in Giappone, ha incassato oltre 100 milioni di dollari per rendersi conto del fenomeno mastodontico di cui stiamo parlando. Protagonista del film è Yuta Okkotsu che, da bambino, ha perso la sua migliore amica, Rika, uccisa in un incidente d’auto davanti ai suoi occhi. I due si erano promessi amore eterno così, dopo l’incidente, Rika è diventata una maledizione, mentre Yuta ha iniziato a desiderare la morte, dopo essere caduto vittima della sua maledizione. È in questo momento della storia che fa la sua comparsa lo stregone Satoru Gojo, che accoglie Yuta all’istituto di arti occulte. Qui, Yuta fa la conoscenza di Maki Zen’in, Toge Inumaki e Panda, compagni di classe che lo aiuteranno a trovare la giusta determinazione per ritrovare fiducia in se stesso e spezzare la maledizione di Rika.

 

 

 

Ora, basterebbero questi rapidi ma non lineari cenni di trama per accorgersi subito di quanto in realtà Jujutsu Kaisen 0 sembri appartenere pienamente alla moda narrativa contemporanea più (av)vincente del Sol Levante. Proprio come in L’attacco dei giganti o il recentissimo Kaiju No. 8, anche qui sembra che il tema portante della vicenda sia la convivenza tra il protagonista e la bestia che risiede dentro di lui. Grazie al suo stile dinamico, potente e altamente cinematografico, il tratto grezzo e spigoloso della narrazione manga si presta a creare contrasti e opposizioni. Soprattutto quando si propone di raccontare una storia in cui al centro vi siano creature terrificanti che incarnano desideri e ferite di straziante dolcezza emotiva, ecco che la questione stilistica può contare su una base decisamente più solida e strutturata che una semplice linea guida estetica di riferimento con la quale far impazzire le orde di fan sparsi in tutto il mondo che sbavano solo all’idea di un nuovo mostro, un nuovo potere da scoprire, una nuova figurina da incasellare nel loro album da collezione. Jujutsu Kaisen 0 non è sicuramente un prodotto innovativo, originale o scandalosamente imperdibile (nel senso positivo del termine, ovviamente). Eppure è un prodotto attento e intelligente, capace di accontentare gli appassionati di vecchia data così come di affascinare i neofiti alla materia, mantenendo un ritmo serrato dall’inizio alla fine, uno storytelling per immagini potente e mai loffio e alternando sapientemente le corde emotive più profonde e leggere per intrattenere il più vasto numero di spettatori. Non ha nessun’altra mira, nessun altro scopo se non quello di farsi piacere. E, visto il successo e l’esito di cui si parlava in apertura di questa analisi, l’obiettivo sembra decisamente centrato.