Le seduzioni di Vito Zagarrio: sciogliendo il ghiaccio del cuore…

In passato il tema dell’amore, nella declinazione dei sentimenti ha costituito materia inesauribile per il cinema. Truffaut ha scandagliato i molteplici profili dello smerigliato prisma come molti altri. Troisi ad esempio con Pensavo fosse amore…. ha realizzato un film di assoluta densità amorosa tanto da farne un piccolo, ma prezioso film. I manuali d’amore che si sono succeduti buttandola in commedia sono riusciti a centrare qualche verità. Vito Zagarrio, trova una chiave ancora differente, complice il romanzo Le seduzioni dell’inverno di Lidia Ravera, che non si affaccia per la prima volta ad indagare con la sua scrittura il tema amoroso. Da questa contaminazione ne scaturisce un totalizzante thriller amoroso, nel quale il tema della seduzione e dell’amore inatteso diventa indagine sulla vita dell’altro e, al contempo, seduzione del sentimento crescente nell’apparente casualità che gli ha dato origine. Stefano De Biase (Andrea Renzi) è un editore ed è alle prese con la pubblicazione del secondo libro di una scrittrice promettente, ma che nel contempo è innamorata di lui senza essere ricambiata. Stefano, persona fredda e incapace d’amare e mai affascinato dai sentimenti, tanto da essere chiamato nell’ambiente di lavoro “freezer”, è separato da Sara, donna ricchissima ma che in realtà vive all’ombra della madre vera possidente della famiglia.

 

Foto di Gianni Fiorito

 

Un giorno Stefano vede arrivare in casa sua l’affascinate Sophie (Amelie Daure) che dice di essere una cameriera mandata da Sara per gestire meglio il grande appartamento che abita da solo. Un lento e inesorabile corteggiamento, un crescere del desiderio segna le giornate di Stefano mentre vede Sophie muoversi tra le mura domestiche. Ma Sophie cela molti misteri e spetterà allo sprovveduto Stefano venirne a capo. Tutto accade in una Napoli insolitamente leggera, quasi privata di ogni fascino da ventre oscuro e libera da ogni drammatico fardello cronachistico, quasi da ogni convenzionalità antropologica. È qui in queste trasparenze della fosca luce estiva che Zagarrio ambienta la sua storia nella quale si articola l’intrigo, misurando la suspense di una indagine amorosa che segue un doppio binario. Da una parte il film come indagine di per sé, alla ricerca del senso d’amore dei suoi personaggi e di quello scongelamento dei sentimenti che prendono nuova vita nell’età più matura, con l’innamoramento che diventa anche nuova prospettiva di sguardo sul presente e sul passato. In questo senso il recupero parziale del rapporto coniugale con Sara, diventa emblematico di questa capacità di abbracciare sentimenti diversi e diversamente modulati. Stefano è osservato con attenzione nella sua inattesa evoluzione, un mutamento che sconvolge sé stesso per primo perché si ritrova forse per la prima volta davvero innamorato di una donna. Dall’altra il racconto del film che diventa, nel mistero che Sophie propone con i suoi comportamenti, un colpo di scena che trasforma la seduzione in giallo d’amore, in indagine sul sentimento e sulla qualità del desiderio.

 

 

Il film sa attribuire spessore ai due personaggi principali, al crescere di una reciproca passione, sebbene contenuta e dissimulata. Da una parte la fascinosa e apparentemente fredda Sophie che ruba il cuore di Stefano e lui, invece, colto nelle incertezze di questa regressione allo stato adolescenziale nell’inatteso sentimento che lo ha catturato. Le seduzioni sa sedurre lo spettatore nel suo gioco segreto e il cast da Renzi a Daure, da Iaia Forte, nei panni di Renata amica e confidente di Stefano, agli altri comprimari sa restituire una leggerezza narrativa che rende piacevole la visione del film e costituisce un esperimento riuscito, quello di tirare fuori Napoli da ogni eccesso per farne teatro di un racconto agrodolce sul versante di un amore maturo.