Raccontare la storia di Aung San Suu Kyi per Marco Martinelli ed Ermanna Montanari era un’urgenza. Dopo il bellissimo spettacolo teatrale (in occasione del quale avevamo intervistato i fondatori del Teatro delle Albe), quello che all’epoca era un progetto è diventato realtà: realizzare il film sugli oltre vent’anni di arresti domicialiari della leader birmana, dalla fine degli anni 80 al novembre 2010 quando viene definitivamente liberata. Non una ripresa, ma un lavoro che pur prendendo le mosse dallo spettacolo teatrale si fa altro, diventando di fatto un ulteriore approfondimento sul percorso politico e umano di Aung San Suu Kyi e sui meccanismi della politica.
Una bambina appare su una soglia, pronta a entrare in un mondo a lei sconosciuto in cui traghetta con sé lo spettatore. Si trova in un magazzino teatrale, si avvicina ai muri quasi ad annusarli, guarda la sua immagine deformata e poi varca una porta su cui campeggia una cartina geografica, trovandosi tra preziosi costumi. Poco dopo si imbatte in Ermanna Montanari, che sembra la stia aspettando, seduta con in mano un’orchidea. È la stessa bambina a mettere l’orchidea tra i capelli dell’attrice che si trasforma da quel momento in Aung San Suu Kyi, mentre la piccola si fa narratrice. Adesso può cominciare il viaggio nella Vita agli arresti di Aung San Suu Kyi. Seguendo la suddivisione in capitoli dello spettacolo teatrale, si ripercorre la storia del Paese del sud-est asiatico: il colonialismo inglese, il ruolo del generale Aung San fino al suo omicidio, quando la figlioletta aveva solo due anni perché «tutto ebbe inizio così, in un lago di sangue». Dopo i ricordi di bambina, quando aveva paura dei Nat, gli spiriti malvagi dell’infanzia, si passa ai capitoli sui vari generali dai nomi diversi ma tutti intercambiabili e caratterizzati dalla stessa follia, fino al ritorno in patria, nel 1988, di Aung San Suu Kyi quando la madre è in ospedale. Da qui in poi la storia è tristemente nota: la donna decide di impegnarsi per il suo Paese e dal 1989 vivrà di fatto agli arresti (nonostante il premio Nobel e l’interesse della comunità internazionale che depreca lo stato di detenzione, ma di fatto non interviene).
Girato a Ravenna nel Teatro Rasi e nel Magazzino del Teatro delle Albe, è un film profondamente dantesco che ha il pregio di rivelare il talento cinematografico di Marco Martinelli (bellissimo l’uso delle immagini di archivio delle manifestazioni di protesta su cui sovrappone l’ombra di Aung San Suu Kyi che di lì a poco uscirà dall’ombra per impegnarsi in prima persona, così come le riprese claustrofobiche degli spazi in cui abita la prigioniera fino al finale in cui c’è una nuova soglia da varcare, uno spiraglio, questa volta verso la luce). Girato in 4:3 perché, come ha dichiarato Martinelli, «si tratta di una storia di altri tempi» si avvale della fotografia di Pasquale Mari e delle musiche originali di Luigi Ceccarelli. Potente, come sempre, Ermanna Montanari che si impone sul grande schermo con un notevole lavoro di sottrazione ed è circondata da un ottimo cast. Oltre a Roberto Magnani, Fagio, Alice Protto, Massimiliano Rassu, compaiono Vincenzo Nemolato e Christian Giroso della compagnia Punta Corsara, mentre Elio De Capitani interpreta l’inviato dell’Onu incapace di fronteggiare la situazione, e Sonia Bergamasco è la giornalista di Vanity Fair che etichettò Aung San Suu Kyi come la “Giovanna d’Arco birmana”. Conquista con la sua travolgente energia il coro formato dalle piccole Ippolita Ginevra Santandrea, Sara Briccolani, Alessandra Brusi, Catalina Burioli, Olimpia Isola, Benedetta Velotti che di volta in volta si fanno narratrici, maestre, spiriti. Un film necessario come necessaria è la “rivoluzione spirituale” di Aung San Suu Kyi.
Calendario proiezioni
11 gennaio Milano Arcobaleno Film Center (progetto Filmmaker Club)
16 gennaio Brescia Cinema Nuovo Eden (Festival della Pace)
17 gennaio Bergamo Auditorium di piazza Libertà
28 gennaio Foligno Spazio ZUT
31 gennaio Padova Cinema Esperia
1 febbraio Marcon (Ve) UCI Cinemas
2 febbraio La Spezia Cinema Il Nuovo
7 febbraio Parigi Istituto Italiano di Cultura
13 febbraio Venezia Università Ca’ Foscari – Auditorium Santa Margherita
17 febbraio Cagliari Sardegna Teatro-Teatro Massimo
27 febbraio Parma Cinema Edison
8-11 marzo Matera Cinema Piccolo
26 marzo Ferrara Sala Boldini
27 marzo Riccione Giometti Cinema-CinePalace
25 aprile Lugano LAC
28 aprile Napoli Museo Madre
10 maggio L’Aquila Università degli Studi dell’Aquila