L’entusiasmo, pressoché unanime e ampiamente condivisibile, che la critica italiana e internazionale sta riversando nei confronti del nuovo film di animazione Spider-Man: Across the Spider-Verse non solo ci permette, ma in qualche misura ci obbliga, a ragionare sulla coppia creativa alla base del progetto. Non che Phil Lord e Christopher Miller abbiano bisogno delle nostre pagine per mettersi in mostra, sia chiaro. Eppure sembra essere arrivato finalmente il momento di fare i conti con quella che molto probabilmente è la coppia di registi più importante e influente nel panorama dell’animazione mainstream contemporaneo. Per chi segue da sempre questo settore, sicuramente non sarà una novità. Chi invece è più a digiuno di racconti animati, potrebbe non aver fatto caso all’orizzonte produttivo che Lord&Miller hanno contribuito a delineare negli ultimi anni e di cui, il nuovo Spider-Man, ne è una sorta di riassunto a immagine e somiglianza. Lord&Miller abitano infatti la filiera cinematografica a 360 gradi. Il loro zampino è spesso riconoscibile grazie a progetti scanzonati, irriverenti e (ognuno nel suo frangente) originali. Ora però, al di là delle caratteristiche e delle qualità meritocratiche di questi prodotti, ciò che risulta interessante è la versatilità della coppia. Non stiamo parlando solamente di due registi, ma anche di due sceneggiatori, produttori, attori e showrunner. A seconda del progetto sul quale stanno lavorando, a seconda dell’universo che stanno abitando (a proposito della loro ultima fatica), il pubblico potrà fare i conti con una versione inedita e unica del duo. Proprio come il malcapitato Miles Morales al centro delle disavventure di Across the Spider-Verse e dei “cloni” ragneschi.
Se il contemporaneo è un overdose di immagini, stili, input; se il cinema più fresco è quello cangiante, poliedrico, camaleontico; se i punti cardinali dell’industria si sono via via sempre più sciolti e ibridati, restituendo un panorama amalgamato, fluido e (per questo motivo) omogeneo, ecco allora che l’animazione proposta da Lord&Miller rispecchia tutte queste caratteristiche abitandole con entrambi i piedi. Dai primi animali in Boog & Elliot – A caccia di amici all’animalesco Cocainorso; dalle invenzioni pazzoidi di Piovono polpette alla tecnologia de I Mitchell contro le macchine; dal Batman di The Lego Movie al Peter Parker di Spider-Man – Un nuovo universo; da 21 Jump Street, buddy movie ispirato a una serie televisiva, a Brooklyn Nine-Nine, una serie televisiva ispirata ai buddy movies: il percorso del duo sembra molto più coerente e lineare di quanto non appaia. Questo perché, tanto nell’animazione quanto nella società in cui viviamo oggigiorno, la nuova linearità è il disordine, il multitasking, il contemporaneo (non nel senso temporale del termine, ma in quello spaziale ed estetico).
In anni in cui possiamo dire ormai archiviato il concetto del duopolio industriale (Pixar, e Disney con lei, ha finito da un po’ di sfornare capolavori seriali, mentre DreamWorks sembra essersi dirottata su esperimenti che solo tra qualche anno potrebbero portare i loro frutti), Lord&Miller si sono inseriti perfettamente nella filiera, sfruttando una lacuna produttiva creata dalla visione ingessata e vecchia delle major. Con progetti agili, freschi, mutevoli e pensati per abitare qualsiasi fruizione filmica (dallo streaming al grande schermo, passando per la serialità e il cinecomic), i due autori si sono imposti sulla scena come un modello autorevole di chi ha compreso appieno quale dovrebbe essere la strada da intraprendere nel mondo dell’intrattenimento. Una strada che, se ben lastricata, si fa forma della sua stessa essenza conducendo il pubblico attraverso (Across) orizzonti filmici non più lineari, ma multisensoriali (Spider-Verse).