C’è la Contea, provincia profonda, pericolosa, feroce. Terra di forze ancestrali che ci sono anche se non le vedi, che orchestrano la vita, la morte e tutto quel che ci sta in mezzo per gli abitanti del posto. Succedono cose, nella Contea. Gente sparisce, gente ricompare, gente officia antichi rituali. Qualcuno viene ucciso, qualcuno muore per conto proprio, qualcuno viene manipolato e sfruttato. Tutti vengono feriti e le ferite non si rimarginano, restano a lungo nell’aria e nei cuori, non se ne vanno via perché il male è persistente, è qui per restare. E poi c’è, o meglio c’era, la Confraternita, un gruppo di ragazzi che faceva scorribande in lungo e in largo nella Contea, un gruppo che ha visto cose. Qualcuno non c’è più, qualcuno se n’è andato, qualcuno è rimasto. Ma, soprattutto, qualcuno ne racconta la storia. Spettri diavoli cristi noi, di Riccardo Ielmini, è l’opera che ha vinto la prima edizione del premio Neo, indetto dalla casa editrice Neo Edizioni. Chi conosce questa realtà indipendente di Castel di Sangro non faticherà nemmeno a capire perché il libro ha vinto la contesa. Neo Edizioni è infatti un editore con un’idea ben precisa di letteratura, basata su un’estetica forte che fa della lingua il proprio punto cardine. I libri pubblicati da Neo Edizioni sono libri con una scrittura forte, incisiva, che la fa da padrone su tutti gli altri elementi della narrazione. Si tratta di opere sbilanciate? Certamente, ma per una scelta editoriale deliberata che Spettri diavoli cristi noi rispecchia pienamente. I casi sono due: o Ielmini ha scritto un romanzo apposta per pubblicare con Neo, o scriveva già così ed era questione di tempo prima che le rispettive parti s’incontrassero e lavorassero insieme. Lo stile di Ielmini è come un piatto estremamente saporito, acido, di quelli che ti fanno serrare le labbra e le palpebre non perché ha un gusto sgradevole ma estremamente carico, quello sì. Si tratta di una lingua ribollente e incalzante, mai delicata e mai misurata, che si prende il centro della scena anche in un romanzo corale e ricco di eventi come quello che Ielmini ha scritto. Ed è questo che piace a Coscioni e Biasella, i fondatori di Neo Edizioni, la lingua, lo stile, quello che oggi viene identificato con il termine voce. La scrittura secondo Neo Edizioni, e secondo Ielmini, è anzitutto voce ed è l’espressione di un modo di vedere l’editoria inteso proprio come fare libri, e non solo pubblicarli. Poi, spogliato della lingua, Spettri diavoli cristi noi è uno scontro frontale fra lo Stephen King di Stagioni Diverse e l’Eraldo Baldini di Gotico Rurale, una vicenda che
racconta la provincia senza retorica né compiacimento ma facendo un personaggio che agisce dei luoghi sia fisici che immateriali, sia della terra che delle tradizioni, delle voci, degli episodi che succedono e che impregnano le cose attraverso l’effetto che hanno sulle persone in quanto fattori determinanti, per quanto effimeri, nel creare i luoghi non solo come posti fisici ma come ambienti con uno spirito, con un genius loci velenoso e predatorio.
