Persone e parole: Stiamo scomparendo – Viaggio nell’Italia in minoranza

A volte, quando si recensisce un libro, non ci si limita a valutare il volume in sé, si esprime piuttosto un giudizio che riguarda un progetto intero, perché l’opera in questione ne rappresenta per certi versi la somma e, al tempo stesso, ne segna un importante momento di cambiamento. Il progetto in questione è CTRL Magazine, una rivista indipendente che, negli anni, ha indagato il contemporaneo raccontando le vite e le storie di chi vive e prospera ai margini, coltivando la propria esistenza lontano dai riflettori della cultura mainstream. Distribuito gratuitamente prima nella zona di Bergamo e nel suo ultimo periodo su tutto il territorio nazionale, CTRL Magazine ha sempre conservato un forte spirito indipendente andando costantemente a caccia di storie da raccontare, di personaggi differenti, fuori dagli schemi e profondamente umani al tempo stesso, a loro modo anarchici come l’energia che ha sempre animato la rivista. Memorabile, in tal senso, l’intervista a Marcello Baraghini, semisconosciuta istituzione della controcultura italiana, inventore dei famosi libri a mille lire, comparsa sul numero 69 del magazine.

 

Stiamo scomparendo – Viaggio nell’Italia in minoranza (AA.VV, ed CTRL Books, pag. 123, euro 18) rappresenta la nuova incarnazione del magazine, che ha cessato le pubblicazioni con il numero 72, sotto forma di una collana di libri che mutato il formato, ora più grande e a tutti gli effetti adatto alle mensole di una libreria, conserva intatte le caratteristiche di CTRL Magazine. Sì, perché in questo volume a farla padrone sono ancora le storie, narrazioni che riportano alla luce coni d’ombra che, pur lontani dal nostro sguardo, fanno parte della realtà in cui viviamo. Il libro racconta alcune delle minoranze linguistiche tutelate dall’articolo 6 della Costituzione. Walser, arbereshe, grico, occitano e tabarchino sono il veicolo con cui si esprimono identità culturali in via di estinzione, cresciute in nicchie ristrette in cui linguaggi antichi, da lungo tempo mutati nella loro forma attuale, si conservano nella forma in cui sono approdati nel nostro paese a seguito delle numerose migrazioni che l’uomo compie nel corso della storia. E con il linguaggio, la vita, il percorso di persone consapevoli di portare dentro di sé un frammento di un modo di vivere e di pensare che viene da lontano, nel tempo e nello spazio, un frammento che gradualmente si sta dissolvendo nel contesto culturale in cui è stato trapiantato. Stiamo scomparendo non parla soltanto di minoranze linguistiche, parla dell’uomo e del suo rapporto con il tempo nel tentativo, forse vano ma certamente irrinunciabile, di resistervi. Il volume è una miscellanea stupendamente irregolare sia nella forma che nel contenuto: se, infatti, al reportage principale se ne aggiunge un altro, stampato su carta di diverso colore, che ha per oggetto il concetto di minoranza più in generale, al tutto si aggiunge un ricco corredo fotografico e il titolo, volutamente tagliato in parte fuori dalla pagina, che rispecchiano un modo di concepire la cultura libero e artigianale, coronato da quel “con gratitudine” scritto a penna che ho trovato all’interno della mia copia dopo averla acquistata on line.

Basilicata, Ginestra, strada per Maschito – fotografia di Emanuela Colombo.