Con proposte che spaziano dai classici più amati di registi leggendari come David Lean, Carol Reed o Powell & Pressburger, ad artisti meno noti come Seth Holt o Lance Comfort, il 78o Locarno Film Festival (dal 6 al 16 agosto) celebrerà il cinema britannico del dopoguerra con una retrospettiva dal titolo inconfondibile: Great Expectations. Curata da Ehsan Khoshbakht, storico del cinema e co-direttore del Cinema Ritrovato di Bologna, la retrospettiva omaggia i registi dei grandi studios britannici attivi tra il 1945 e il 1960, prima dei grandi cambiamenti del decennio successivo. La panoramica del Festival riserverà uno spazio di primo piano anche all’importante ruolo svolto dalle registe coeve, con film diretti da Muriel Box, Wendy Toye, Margaret Tait e Jill Craigie, e dai registi americani esiliati per effetto della lista nera anticomunista, come Joseph Losey, Cy Endfield e Edward Dmytryk. Il programma comprenderà pellicole restaurate in digitale e copie provenienti dalla collezione del BFI National Archive – che quest’anno festeggia il suo 90esimo anniversario –, grazie alle quali le produzioni degli anni 1945-1960 torneranno a dialogare con il presente. L’iniziativa sarà accompagnata da una pubblicazione in inglese edita da Les Éditions de l’Œil e a cura di Ehsan Khoshbakht, con contributi di firme internazionali. (In apertura una immagine tratta da The Shop at Sly Corner ,1947, di George King).

Al termine di Locarno78 la retrospettiva inizierà inoltre il suo viaggio lungo i circuiti esteri, facendo tappa, tra il mese di agosto e settembre, alla Cinémathèque suisse. Ricca di un totale di 40 film e organizzata in collaborazione con il BFI National Archive, la Cinémathèque suisse e con il supporto di Studiocanal, la retrospettiva Great Expectations intende essere un’occasione per evidenziare la risposta culturale e il tentativo da parte di cineasti, scrittori, produttori, performer e studios nazionali di leggere le trasformazioni in atto nella società britannica del dopoguerra, quando la Gran Bretagna imboccava la difficile strada della ricostruzione e della rinascita nazionale. «Concentrandoci esclusivamente sui film contemporanei (e omettendo film di ambientazione storica, fantasy e di guerra) – sottolinea Ehsan Khoshbakht – abbiamo deciso di raccontare la storia di una nazione in cerca della propria identità: in modalità ora cupa e assorta, ora, come nella migliore tradizione della commedia brillante inglese, ilare e mordace».