Sarà dedicata al grande Luigi Comencini (1916 – 2007, Leone d’oro alla carriera nel 1987) in occasione del centenario della nascita, la serata di Pre-apertura di martedì 30 agosto della 73. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Sarà proiettato, in un restauro digitale a cura di Filmauro e CSC – Cineteca Nazionale di Roma, il capolavoro di Comencini Tutti a casa (Italia/Francia, 1960), con Alberto Sordi, Serge Reggiani, Carla Gravina ed Eduardo De Filippo, prodotto da Dino De Laurentiis, sceneggiato da Age e Scarpelli e premiato all’epoca con due David di Donatello e un Nastro d’argento. Il restauro viene presentato in prima mondiale ed è stato realizzato in 4K a partire dai negativi originali messi a disposizione da Filmauro. Tutti a casa di Luigi Comencini è uno tra i più celebri e riusciti esempi di ciò che ha reso immortale la commedia all’italiana: l’impasto di comico e drammatico, di vero e grottesco, di coraggio e voglia di sopravvivere. Comencini, con la complicità autobiografica dei due grandi sceneggiatori Age e Scarpelli e con le amare risate provocate da un grandissimo Alberto Sordi, racconta tutto il caos dell’8 settembre 1943, quando con l’armistizio di Badoglio i soldati del re e del duce furono abbandonati a se stessi, tra mille paure. Nel film Alberto Sordi, al telefono sotto il tiro dei tedeschi, chiede ai superiori: “Signor colonnello, sono il tenente Innocenzi, è successa una cosa straordinaria, i tedeschi si sono alleati con gli americani. Cosa dobbiamo fare?” Tutti a casa è un “on the road” lungo l’Italia disastrata e confusa di quel periodo, quando i soldati non ebbero più ordini e ciascuno decise di tornare al suo paese: tutti a casa, appunto. Nella vicenda, il sottotenente Alberto Innocenzi (Sordi), abituato a obbedire e a non contraddire, viene abbandonato dai suoi soldati e si mette in fuga dal nord al sud con l’amico ulceroso, il geniere Ceccarelli di Napoli (Serge Reggiani). Incontra i tedeschi desiderosi di rappresaglie che gli sparano addosso, vede l’odissea di una ragazza ebrea in fuga, conosce un prigioniero americano nascosto in soffitta, si ricongiunge col padre (Eduardo De Filippo), che vorrebbe rimandarlo nelle file fasciste, fino al riscatto finale durante le 4 giornate di Napoli. Comencini dichiarò all’epoca: “L’8 settembre la gente fu abbandonata a se stessa, ed era questo che volevo descrivere”. Il film fu premiato da un grande successo popolare, con oltre un miliardo di lire al box office.
Qui sotto trovate dichiarazioni tratte dai giornali dell’epoca (Corriere della sera, Il Giorno)
Tutti a casa è una commedia all’italiana “retrospettiva”, sul quel periodo storico importantissimo per il nostro Paese, che negli anni Cinquanta ci era stato impedito di raccontare, quello che va dal 25 luglio alla Resistenza. Tutti noi che abbiamo scritto il film avevamo vissuto in modi diversi quel periodo, e ci abbiamo messo dentro i nostri ricordi, cose che ci ersno capitate. Per esempio, io ero stato veramente nascosto in un campanile per sfuggire ai tedeschi, ed è la scena verso la fine, ho veramente incontrato un soldato americano come quello del film. Tutte cose che avevano molto di tragico, ma anche a ripensarci poi, qualcosa di comico o di grottesco. Age
Io Comencini l’avevo conosciuto quando ha debuttato con il suo primo lungometraggio, Proibito rubare. Per la parte del prete, quella che poi ha fatto Celi, aveva fatto un provino anche a me. Con lui ho fatto Tutti a casa, che ha avuto un grossissimo successo, e che era il concentrato di tutte le nostre esperienze, le esperienze della nostra generazione: l’8 settembre, la caduta del fascismo, i tedeschi…
Alberto Sordi
Sordi fu un attore meraviglioso, un interprete perfetto, docilissimo, disposto a tutto. L’unico punto sul quale ci fu battaglia è che lui, alla fine, non voleva sparare sui tedeschi. Diceva:”nel film io sono uno straccione, sono distrutto, il mio amico è morto e non mi accorgo nemmeno che arrivano gli americani, finché uno non mi butta una sigaretta e mi dice toh paisà!” Io volevo invece un finale patriottico, di presa di coscienza. Alla fine feci quello, ma dopo una certa battaglia.
Il film ebbe immediatamente un grande successo, anche politico. Mi scrisse una lettera Pajetta:”si ride ma si piange, si piange ma si ride…” Comunque il film non ottenne il premio di qualità!
Luigi Comencini