A Modena I migliori album della nostra vita

Al Mata di Modena si può visitare fino al 26 febbraio I migliori album della nostra vita. Storie in figurina di miti, campioni e bidoni dello sport .Si tratta di una sublime mostra, a cura di Leo Turrini, che certifica l’innegabile grandezza dell’oggetto figurina. In anni di dittatura del digitale era lecito attendersi una sofferenza per questi magici rettangoli di carta, invece le raccolte si sono moltiplicate e l’interesse non è mai scemato. Certamente al successo non è estraneo l’amore per la collezione. E qui ci viene in soccorso un gigante come Walter Benjamin :”il collezionista è legato a un rapporto con gli oggetti che non ne mette in primo piano il valore funzionale, e dunque la loro utilità o fruibilità, ma li studia e li ama in quanto scena, teatro del loro proprio destino”. Nella rassegna trovano posto mille e più figurine di sport e sportivi e decine di album originali esposti insieme a gigantografie, video e animazioni, tra percorsi di gioco ed esperienze multisensoriali che ci raccontano come le figurine siano diventate un mezzo di comunicazione insostituibile (persino il nazismo non rinunciò all’album di figurine fotografiche Olympia 1936). Accanto alle gesta memorabili nelle sfide olimpiche (la “sconfitta vincente” di Dorando Pietri, la perfezione di Alberto Braglia, la velocità di Nurmi, Zatopek, Mennea e Bolt, la rivoluzione di Fosbury, il 10 di Nadia Comăneci) e del calcio mondiale (da Meazza a Piola, da Yashin a Zoff, da Pelé a Maradona), non manca uno sguardo ad aspetti sociali e politici (le vicende di Jesse Owens, Monaco ‘72, la protesta di Tommie Smith); alle rivalità che hanno fatto la storia (Coppi e Bartali, Mazzola e Rivera, Prost e Senna, Agassi e Sampras); alle imprese cinematografiche di Johnny Weissmuller, che deposto il costume da piscina indossa quello di Tarzan, o del giovane nuotatore Carlo Pedersoli che sarà conosciuto poi come Bud Spencer.

Ph©Elisabetta Baracchi e Serena Campanini

Completa la mostra il  bel catalogo I migliori album della nostra vita ( pag. 240, euro 25, Franco Cosimo Panini editore) che comprende tutte le immagini delle figurine in mostra e i testi di Leo Turrini, Daniele Francesconi e di Paola Basile e Thelma Gramolelli del Museo della Figurina del Comune di Modena. Dal catalogo si apprende che la figurina è nata intorno al 1867, anno nel quale la litografia Bognard di Parigi emise una serie che illustrava i padiglioni dell’Esposizione Universale. La prima serie di carattere sportivo della ditta che più di ogni altra ha associato il suo nome alle figurine, la Liebig, risale al 1895 e venne distribuita solo in Inghilterra in quanto dedicata a specialità tipicamente britanniche come il golf, il cricket, il croquet e il football. Nel 1896 in Belgio, Germania e Italia apparve una serie sportiva che prevedeva anche il football, ma i giocatori erano privi di divise. Bisognerà attendere i primi anni Venti del Novecento per vedere imporsi la tipologia di figurina calcistica che si sarebbe consolidata e imposta negli anni a venire: il ritratto fotografico del calciatore, generalmente ripreso in campo.

 

 

 

 

“Credo che Giuseppe Panini donando la sua storica collezione di figurine alla città di Modena abbia, volutamente, messo a disposizione dei concittadini un autentico tesoro. È stato bellissimo ‘navigare’, non alla maniera di Internet ma fisicamente, tra piccole immagini che racchiudevano e racchiudono, nel limitatissimo formato di una minuscola icona, la storia e la leggenda di meravigliose suggestioni popolari. La figurina di un campione, ma anche quella di un bidone – prosegue il curatore – è la testimonianza di un attimo di vita che spontaneamente si offre alla considerazione collettiva. Noi saremo ciò che siamo stati: Giuseppe Panini lo aveva capito, così come aveva intuito il senso migliore dell’agonismo come quotidiana tensione al miglioramento, al progresso, alla competizione che si trasforma, anche, in poesia. Ed è giusto che Modena, attraverso questa mostra renda così anche omaggio a un grande del Novecento”.

Leo Turrini