Fino al 25 febbraio 2018 la Casa dei Tre Oci ospita una grande antologica dedicata a Werner Bischof (1916-1954), uno dei più importanti fotografi del Novecento, tra i fondatori dell’agenzia Magnum. La mostra, curata dal figlio Marco Bischof presenta 250 fotografie, in larga parte vintage, tratte dai più importanti reportage di Bischof, che consentono di ripercorrere i lunghi viaggi che portarono l’artista svizzero negli angoli più remoti del mondo, dall’India al Giappone, dalla Corea all’Indocina fino ad arrivare a Panama, in Cile ed in Perù. Per la prima volta, sarà esposta una selezione di 20 fotografie in bianco e nero inedite che hanno nell’Italia il suo soggetto privilegiato. In essa si coglie l’originalità dello scatto che rivela l’occhio ‘neorealista’ di Bischof. In apertura Harbour of Kowloon, Hong Kong, 1952.
Il percorso espositivo trasporta il visitatore nell’età dell’oro del fotogiornalismo, conducendolo sulle tracce di Werner Bischof. Si tratta di un itinerario che, partendo dall’Europa, appena uscita devastata dalla Seconda guerra mondiale, giunge in India dove ci si trova di fronte a un paese attanagliato dalla povertà e dalla miseria, ma in cui si iniziano a intravvedere gli sviluppi industriali che la porteranno a essere uno delle nazioni leader del nuovo millennio. Quindi, il confronto spietato tra gli elementi della cultura tradizionale giapponese e il dramma della guerra di Corea introduce all’analisi del continente americano. Il viaggio di Bischof, infatti, prosegue nelle città statunitensi, di cui coglie lo sviluppo metropolitano, anche con una serie di fotografie a colori, e si chiude idealmente tra i villaggi del Perù e sulle cime andine dove trovò la morte. Bischof, considerato uno dei migliori fotogiornalisti, non si limitò a documentare la realtà con il suo obiettivo, ma si fermò a riflettere di fronte ai soggetti, cercando di raccontare quelle dicotomie tra sviluppo industriale e povertà, tra business e spiritualità, tra modernità e tradizione. Non manca infine una sezione dedicata alle fotografie di paesaggio e di natura morta, realizzate in Svizzera, tra la metà degli anni trenta e quaranta del Novecento.