Raccontare il Belpaese: a Rovigo Henri Cartier-Bresson e l’Italia

Fino al 26 gennaio 2025, a Palazzo Roverella di Rovigo si può visitare la più importante mostra monografica italiana su Henri Cartier-Bresson che mette a fuoco il lungo e proficuo rapporto tra il maestro francese e il nostro paese. La mostra, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo con il Comune di Rovigo e l’Accademia dei Concordi, Concordi, con il sostegno di Intesa Sanpaolo, è realizzata in collaborazione con la Fondation Henri Cartier-Bresson di Parigi e la Fondazione CAMERA – Centro Italiano per la Fotografia di Torino, con la curatela di Clément Chéroux, e Walter Guadagnini, direttori delle rispettive Fondazioni. Per la prima volta viene documentato in modo approfondito il rapporto tra colui che è stato definito “l’occhio del secolo” e l’Italia. Attraverso circa 200 fotografie e numerosi documenti – giornali, riviste, volumi, lettere -, la mostra ripercorre le tappe di un legame iniziato prestissimo, già negli anni Trenta, e proseguito sino al momento in cui Cartier-Bresson ha abbandonato la fotografia, negli anni Settanta. Scandita cronologicamente, la mostra inizia con il primo viaggio italiano avvenuto all’inizio degli anni Trenta da un giovanissimo Cartier-Bresson (nato nel 1908), che aveva appena abbandonato definitivamente la pittura per la fotografia, in compagnia dell’amico André Pieyre de Mandiargues, giovane poeta e scrittore, e della sua compagna, la pittrice Leonor Fini. Da questo viaggio di piacere, il fotografo scatta alcune delle sue immagini più famose, tutte presenti nella sezione di apertura della mostra. (In apertura Henri Cartier-Bresson, Scanno, 1951 © Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos).

 

Henri Cartier-Bresson, Siena. 1953 © Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

 

Il secondo viaggio, non meno significativo, avviene all’inizio degli anni Cinquanta e tocca l’Abruzzo e la Lucania, allora terre di grande interesse culturale, sociologico e fotografico, emblema di quel Sud in cui si affrontavano tradizione e modernità, povertà e cambiamenti sociali. Figura centrale nella costruzione dell’immagine del Sud e in particolare di queste regioni è lo scrittore e pittore Carlo Levi, riferimento fondamentale per i tanti fotografi, italiani e stranieri, che si muovono tra Matera e i paesi del territorio, tra cui Scanno nei pressi di L’Aquila, divenuta celebre proprio grazie agli scatti di Cartier-Bresson e più tardi di Giacomelli. Particolarmente interessanti, anche dal punto di vista storico, sono le immagini della distribuzione delle terre, un momento cruciale nella storia recente del Paese.
Divenuto ormai una leggenda vivente della fotografia, Cartier-Bresson ritorna a più riprese in Italia tra gli anni Cinquanta e Sessanta realizzando servizi per le grandi riviste illustrate dell’epoca, tra cui Holiday e Harper’s Bazaar, dedicati soprattutto a Roma, Napoli, Venezia, le grandi città che suscitano l’interesse dei lettori stranieri, e a Ischia e alla Sardegna. In particolare, i diversi scatti realizzati a Roma restituiscono appieno il clima di quegli anni e la specificità di un paese non ancora omologato alla dominante cultura proveniente da oltreoceano.

 

Henri Cartier-Bresson, Roma, 1959, Pier Paolo Pasolini © Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

 

Alcune di queste immagini confluiscono non a caso in uno dei libri più noti del fotografo, Les Européens (1955), nel quale si racconta la nuova Europa che è ormai in pieno sviluppo dopo la Seconda guerra mondiale.
La mostra ha i suoi ultimi sviluppi e la sua chiusura con le immagini dei primi anni Settanta dedicate ancora a Matera, un vero e proprio ritorno sui luoghi frequentati vent’anni prima, in cui è facile leggere continuità e discontinuità del tempo, l’avanzare della modernità e la persistenza delle identità locali, e con quelle dedicate al mondo del lavoro industriale, tra Olivetti e Alfa Romeo, che spostano invece l’attenzione specificamente sulle nuove modalità di vita del periodo.

 

Henri Cartier-Bresson, Scanno. 1951 © Fondazione Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos