Il lungo addio di Bowie: Ziggy Stardust and the Spiders from Mars di D.A. Pennebaker

Esattamente cinquant’anni fa, il 3 luglio del 1973, l’Aladdin Sane Tour di David Bowie, iniziato il 14 febbraio 1973 alla Radio City Music Hall di New York, si concludeva all’Hammersmith Odeon di Londra, dopo 87 concerti in 45 città. Si trattava del suo secondo tour, ideale continuazione del precedente Ziggy Stardust Tour e suo reale compimento, perché quel 3 luglio sul palco londinese Bowie scioglieva la band che lo aveva accompagnato fino ad allora, The Spiders from Mars, subito dopo avere “ucciso” il suo alter ego Ziggy Stardust, nato poco più di un anno prima, il 16 giugno del 1972, con la pubblicazione di The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders from Mars, il concept-album che raccontava di un mondo sull’orlo dell’apocalisse il cui ultimo eroe era un ragazzo diventato rockstar grazie a un aiuto alieno. Un ragazzo, Ziggy, androgino, dal trucco pesante e dai costumi bizzarri, prototipo del glam rock, con il quale si identificarono intere generazioni di giovani in cerca della propria identità al di fuori degli schemi culturali e sociali imposti dalle generazioni precedenti.

 

 

Quel farewell concert fu filmato dal regista D.A. Pennebaker, che aveva già all’attivo concert movie che hanno fatto la storia come Dont Look Back (1967, su Bob Dylan), Monterey Pop (1968), Little Richard: Keep on Rockin’ (1970), Sweet Toronto (1971, su The Plastic Ono Band). Senza conoscere bene Bowie, Pennebaker filmò l’intero concerto on stage e una parte del backstage, in cui si vede Bowie che viene truccato, cambia i costumi di scena e parla col suo staff. Il documento, raccolto e confezionato senza grandi artifici, è straordinario e avrebbe dovuto essere presentato in pubblico a Natale del 1973 col titolo The Last Concert, ma il progetto venne abbandonato e si dovette aspettare l’ottobre 1974 per vederne all’incirca un’ora trasmessa negli USA dalla ABC, con una qualità audio e video discutibilissime (la chitarra e il basso sovrastavano gli altri strumenti e la stessa voce di Bowie); in ogni caso quell’ora comprendeva le immagini del duetto con Jeff Beck, che si era unito al gruppo per suonare The Jean Genie (con un accenno di Love Me Do dei Beatles) e Round and Round (cover di Around and Around di Chuck Berry), immagini che vennero poi tagliate per controversie legali sui diritti di Beck dalla versione definitiva del film proiettata per la prima volta all’Edinburgh Film Festival il 31 agosto 1979 e distribuita nel mondo solo nel novembre 1983 col titolo Ziggy Stardust and the Spiders from Mars e con un sonoro nuovamente remixato da Bowie.

 

 

Dal 3 al 5 luglio 2023 il film, restaurato digitalmente sotto la supervisione del figlio di Pennebaker, rimasterizzato in 4K e con audio 5.1, sarà distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo offrendo ai fan vecchi e nuovi di Bowie l’opportunità di rivivere quel concerto memorabile, vedendo e ascoltando per la prima volta la scaletta completa, compreso il duetto con Beck e il farewell speech in cui Bowie, subito prima di fare segno al chitarrista John Hutchinson di attaccare Rock ‘n‘ Roll Suicide, disse: «Tra tutti i concerti del tour questo… questo in particolare ce lo ricorderemo a lungo, perché non solo è l’ultimo del tour, ma è anche l’ultimo concerto che faremo in assoluto…». La leggenda vuole che a restare increduli quella sera non fossero solo i fan, ma gli stessi membri della band, che non erano stati avvisati della decisione: «Non avevo sentito molto bene, ma aveva detto qualcosa a proposito di ritirarsi dalle scene», ha dichiarato in seguito Hutchinson. «Tutti i componenti del gruppo si scambiavano delle occhiate e si chiedevano “Cosa?”. Trevor [Bolder, bassista] e Woody [Woodmansey, batterista] furono quelli che la presero peggio perché si sentirono traditi». Il tempo ha naturalmente avuto ragione di tutto e a noi oggi resta il piacere incondizionato di vedere un momento cruciale della storia della musica e della cultura pop.

Foto in apertura: ©Sukit /The David Bowie Archive