Un documentario semplice ma efficace, completamente cucito addosso alla protagonista, la cantante rap Silvana Imam, svedese, di madre lituana e di padre siriano, che canta la sua rabbia contro il razzismo di tutte le forme e colori (presentato nel concorso documentari di Seeyousound – International Music Film Festival di Torino). Dietro la macchina da presa le tre registe: Mika Gustafson, Olivia Kastebring e Christina Tsiobanelis a seguire il suo concitato movimento, l’andirivieni sul palco, il ritmo improvvisamente disteso, fino quasi alla sospensione, dei momenti di riflessione, in cui si conosce la vita di questa musicista piena di energia, militante per necessità e improvvisazione. Il suo debutto risale al 2013, quando si è esibita per una platea di 16.000 persone in una manifestazione antirazzista ed è diventata l’icona ribelle della Svezia, che combatte il patriarcato con la sua compagna, la popstar Beatrice Eli.
“Distruggiamo il patriarcato!” urla dal suo megafono, mentre centinaia di mani si alzano ad applaudire. È facile identificarsi nelle sue parola perché le sue canzoni sono autobiografiche e fortemente incentrate sull’identità sessuale, la politica e il suo background di immigrata. Silvana si è trasferita in Svezia da bambina con la famiglia e immagini della sua infanzia ci svelano il volto di quella bambina pronta ad infrangere coi suoi capelli biondissimi tutti gli stereotipi che la società le avrebbe imposto. Senza paura, si descrive come una rapper lesbica, femminista e antirazzista, e chiama la Svezia un paese disgustoso, in quanto conservatore e xenofobo, nonostante le apparenze. Le registe l’hanno accompagnata nei concerti e nei tour dal 2014, l’hanno ascoltata nei momenti di riflessione e ne hanno delineato un ritratto appassionato e malinconico, dove il soggetto prevarica il film stesso e lo travolge. Lo sguardo si identifica con il suo oggetto e con la sua causa. Un documentario semplice, dunque, interamente dedicato ad un personaggio, omaggio senza filtri che si apre e sorprende nel momento in cui Silvana “cambia rotta”, stanca di essere la donna forte che tutti 
vogliono vedere, perché ogni etichetta è un freno alla personalità della rapper e la durezza con cui si è proposta al suo pubblico deve cedere il passo ad un caleidoscopio di sentimenti.
