Nel 2018, a 90 anni appena compiuti, Elliott Erwitt decide di rimettere mano ai suoi archivi cercando immagini mai pubblicate o solo vecchie vedute dimenticate, qualcosa che meritava di essere ritrovato e non perso. Per quasi due anni il grandissimo fotografo ha visionato circa 600.000 immagini scattate nel corso della sua lunga e straordinaria carriera: da quelle scattate ad appena 17 anni e sviluppate nel bagno di casa fino ai più recenti incarichi in Scozia e Cuba. Tralasciando gli scatti più celebri e riconoscibili, con ormai alle spalle una carriera costellata di riconoscimenti e successi, Erwitt decide di guardarsi indietro e con gli occhi di oggi scoprire in vecchie immagini significati nuovi, invisibili quando erano state originariamente scattate. Dall’Europa del dopoguerra all’ex Unione Sovietica, dall’America Latina al Giappone, dagli Stati Uniti a Cuba: le immagini contengono alcuni dei soggetti ricorrenti nella produzione di Erwitt come i cani, i bambini, la vita nelle sue manifestazioni più gioiose e familiari. Non mancano foto scattate nel corso dei suoi celebri reportage di fotogiornalismo ma anche immagini profondamente personali che ritraggono ad esempio la prima moglie e la figlia Ellen. Elliott Erwitt, da una prima selezione di 1850 è arrivato a quella finale di 168 immagini, scattate nel corso di più di 60 anni: la prima è del 1947, l’ultima del 2010, che oggi sono diventate il cuore di Fotografie ritrovate, non perse (Contrasto, pag.232, euro 55). Nell’introduzione, firmata da Vaughn Wallace, si spiega che le fotografie proposte sono più riflessive, “appartate” rispetto alle immagini più d’impatto (e celebri) del fotografo. (In apertura Blackpool, Inghilterra, 1975 © Elliott Erwitt / Magnum Photos/ Contrasto).
C’è un tempo in cui le foto ti si presentano e c’è un tempo per ascoltarle.
Elliott Erwitt