Per il loro volume Movie Theaters (Prestel Publishing) i fotografi francesi Yves Marchand e Romain Meffre hanno iniziato a viaggiare negli Stati Uniti con l’idea di documentare il paesaggio grandioso e decaduto delle sale cinematografiche americane. Hanno monitorato oltre 200 locali chiusi, abbandonati, con i sedili strappati, le strutture implose, oppure con l’architettura e la funzione selvaggiamente cambiata (sono numerose le trasformazioni in sale bingo, magazzini, centri fitness, mercatini, parcheggi e negozi di alimentari). L’ambizioso obiettivo è di tentare di salvare ciò che resta:” vorremmo che la gente si rendesse conto che non salvaguardando questi locali si sta perdendo una parte di memoria della vita sociale statunitense” (Yves Marchand). Il primo teatro-cinema pubblico aprì nel 1905 a Pittsburgh. Come conseguenza del boom dell’intrattenimento nella prima parte del secolo, gli studi cinematografici iniziarono a incaricare architetti di progettare auditorium elaborati che erano audaci nell’estetica e spesso celebrativi nella funzione. Con uno stile che spaziava dal gotico all’art nouveau, dal neorinascimentale al neobizantino e persino al Bauhaus, la maggior parte dei locali presentava facciate ricchissime, enormi tendoni che fiancheggiavano l’ingresso, finiture ornamentali che rivestivano alti soffitti dorati e file di lussuose e comode sedie che potevano ospitare molte centinaia di persone. “Il cinema era la cattedrale dell’inizio del Ventesimo secolo”, ha notato Romain Meffre. Alla fine degli anni ’20, i cinema in Usa erano 20.500. Il successo iniziò a diminuire quando nelle case si impose, all’inizio degli anni Sessanta, il televisore. L’ultima batosta è arrivata con il successo dei servizi di streaming. A seguito di ulteriori chiusure provocate dalla pandemia di Covid 19, all’inizio del 2021 si potevano contare meno di 5.500 sale aperte. (In apertura Fox Theater, Inglewood, California. © Yves Marchand and Romain Meffre).