Franz Neun è il nono membro, nomen omen, di un gruppo di tredici bambini creati dalla scienza del Terzo Reich con il seme di Adolf Hitler e gli ovuli di una misteriosa donna ritenuta dai pochi che ne conoscono l’identità una vera e propria dea. Protetto dal suo Wand (in tedesco: muro), un soldato scelto delle SS di nome Theo, Franz è in fuga verso Est, braccato dai commilitoni della sua guardia del corpo che stanno uccidendo uno a uno i suoi fratelli. Alla guida dei suoi inseguitori c’è suo fratello Sechs, il sesto membro del gruppo, che con Neun sembra condividere un oscuro potere che in Franz pare essersi risvegliato tardivamente, e che sembra accomunare il suo destino a quello di suo padre. NeuN (J-Pop Edizioni), il manga di Tsutomu Takahashi, parte strano. Sembra inconsistente, sembra non sapere dove andare a parare ma, nell’arco di pochi volumi, il fumetto decolla. Tutto il fumetto, non solo la trama. L’atmosfera si fa feroce e carica di adrenalina, la caratterizzazione dei personaggi inizia a far presa, fatto non sempre comodo visto che la complessità della loro etica non ne fa esattamente degli eroi in cui immedesimarsi con tanta facilità, e soprattutto prende corpo quel senso di disperazione, di homo homini lupus come ineluttabile natura profonda dell’essere umano che dà a NeuN quell’impronta così profondamente amara che lo caratterizza.
In guerra si muore, specie contro un leviatano come il Terzo Reich che spaventa tutti, che spinge alla delazione e contro cui la maggior parte dei gesti eroici sono destinati a risolversi con una morte dimenticata in breve tempo. Calati nel contesto, i protagonisti si adattano, fanno ciò che devono anche quando si tratta di qualcosa di cui non andare fieri. Hanno il coraggio di comportarsi spietatamente senza diventare delle macchiette, senza trasformarsi in antieroi bidimensionali stile Image Comics anni ’90 che si abbandonano all’efferatezza più per ragioni estetiche che per altro. Semplicemente, Neun, Sechs, Teo e tutti gli altri personaggi sanno che, per etico che possa essere il loro fine, una condotta che con esso si accorda nella loro situazione è un lusso e che senza la freddezza necessaria le conseguenze che rischiano di portarsi sulla coscienza potrebbero essere peggiori. NeuN è una lettura rapida, graffiante e piena di azione, più profonda di quanto possa apparire a una prima lettura superficiale. Il manga di Tsutomu Takahashi parla di destino, del peso delle decisioni e, soprattutto, della reale possibilità di scegliere quando ci si trova stretti negli ingranaggi di un gioco più grande che restringe il ventaglio delle possibilità e, in una certa misura, costringe gli esseri umani a portarsi sulle spalle il peso di una condotta obbligata. Uno dei punti di forza di NeuN è la capacità dell’autore di inserire nell’opera tutte le sue riflessioni senza mai perdere un colpo, mantenendo il ritmo della lettura estremamente elevato, forse in certi passaggi persino troppo in quanto alcuni personaggi passano davvero troppo velocemente attraverso la storia e forse, col senno di poi, avrebbe fatto piacere dello spazio in più per approfondirne la conoscenza. Ciò tuttavia non inficia l’economia di un’opera che, complice il gusto del cliffhanger dell’autore, porta il lettore alla fine della prima stagione con tutte le intenzioni di leggere la seconda, anche se tutto sommato il fumetto sarebbe potuto finire così, con una grande domanda aperta che lascia il lettore pieno di dubbi, incerto sulla posizione da prendere rispetto a personaggi che potrebbero ancora rivelarsi tutto e il contrario di tutto, e portare la trama in qualunque direzione.