Le (dis)avventure natalizie di Occhio di Falco: Hawkeye su Disney+

Hawkeye è la nuova miniserie Marvel (creata da Don Heck) targata Disney+. Sei episodi dedicati all’arciere vendicatore e alla sua nuova partner, Kate Bishop, aka Occhio di Falco II. Diversi mesi dopo gli accadimenti di Avengers: Endgame (2019), Clint Barton (Jeremy Renner) è a New York pronto a ritornare con i figli in campagna per le festività, ma un’ombra dal passato lo costringerà a fermarsi nella Grande Mela e a incrociare il suo destino con quello della giovane Kate Bishop (Hailee Steinfeld), cresciuta nel mito del supereroe con arco e frecce, tanto da diventare arciera essa stessa. Gli aspetti positivi di questa produzione sono senza dubbio la dimensione più intima delle avventure in cui sono coinvolti i protagonisti, impegnati a salvare il proprio Natale e non quello del mondo intero, e la leggerezza con cui si dipana l’intreccio. Da un punto di vista strettamente filmico, degno di nota il terzo episodio, per la strizzatina d’occhio al video Ironic (1996) di Alanis Morissette nel piano sequenza dell’inseguimento in auto. La serie, tuttavia, non decolla mai veramente (non riesce a farla decollare neanche la maestria attoriale del grandissimo Vincent D’Onofrio, che compare troppo tardi, nel finale di stagione) e rimane, di fatto, un simpatico accompagnamento al Natale. Contestualizzata nel più ampio universo Avengers, Hawkeye si colloca nel passaggio di testimone dal vecchio al nuovo, ma se The Falcon & The Winter Soldier (2021) offriva un cambiamento iconico e dai forti risvolti sociopolitici, Hawkeye arranca verso la mera sostituzione di un Clint Barton che appare molto stanco.

 

 

Leggere in questa stanchezza una critica al ruolo del supereroe (ormai cibo per musical) potrebbe però risultare frutto di una sovrainterpretazione. Bene la nuova linfa data dalla giovane Kate Bishop, ragazza moderna ed energica le cui conquiste soggiacciono, tuttavia, a una condizione privilegiata. Se dotata di opportuna tuta potenziata potrebbe infatti, per patrimonio e carattere, sostituire degnamente Ironman. La serie fa inoltre da collante con il (noioso) lungometraggio Black Widow (2021), dedicato alla supereroina Natasha Romanoff, perita alla fine di Endgame, il cui ruolo viene ereditato dalla sorella, Yelena Belova (Florence Pugh), qui intenta a dare la caccia a Barton. In ambito di supereroi, se il passaggio alla first class di X-men aveva convinto e rinfrescato il format, sul filone Avengers le uniche novità convincenti sono quelle di Capitan America – Sam Wilson e del neo-eroe cinese Shang-Chi. Questo a dimostrazione che anche l’entertainment di matrice occidentale nel 2021 non può più permettersi di non tenere in considerazione certe dinamiche globali. Con queste premesse la Fase Quattro del Marvel Cinematic Univers parte davvero un po’ priva di mordente, colpa, probabilmente, della grande macchina Disney, che già ha fagocitato e mietuto vittime sul fronte dei lungometraggi dedicati a Star Wars. Non resta – forse – che sperare e attendere l’inverno 2022 con l’uscita di Black Panther: Wakanda Forever, auspicando bissi la potenza e l’importanza che la pellicola del 2018 di Ryan Coogler dedicata all’eroe africano ha significato in termini di rappresentazione “altra” di una eccellenza che non può e non deve più essere solo appannaggio dell’occidente. Nel frattempo, mangiamoci una fetta di panettone e sonnecchiamo di fronte a Hawkeye. Dopo tutto, anche noi, come Clint Barton, ci meritiamo un po’ di riposo.