Arriva il Trento Film Festival n.65, ricco di film, ospiti, incursioni letterarie

La montagna in tutta la sua maestosa bellezza, vissuta come passione o sfida, al limite perfino come ossessione. Dentro un contenitore di stampo internazionale. La 65ª edizione del Trento Film Festival, che si svolgerà dal 27 aprile al 7 maggio nel capoluogo del Trentino-Alto Adige, è stata presentata a Milano, presso la sede del CAI, dal presidente Roberto De Martin, dalla direttrice Luana Bisesti e dal curatore della programmazione cinematografica Sergio Fant. Il TFF negli anni si è imposto come la più importante rassegna nazionale (e una delle principali al mondo) sul cinema che racconta la montagna, l’avventura e l’ambiente, sebbene nelle ultime edizioni abbia aggiunto alle immagini in movimento approfondimenti scientifici, incursioni letterarie e teatrali, esposizioni fotografiche, workshop di vario genere. Sottolinea De Martin: “Questa kermesse non si è sottratta nemmeno a una riflessione, che avviene attraverso il cinema e la cultura, su temi di attualità fondamentali per la nostra vita, come quello del rapporto tra uomo e natura, da ripensare alla luce della grave crisi ambientale che stiamo vivendo”. Il piatto forte resta comunque, come da tradizione, la sezione filmica: il programma mette in fila ben 118 opere per il grande schermo (di cui 22 in concorso), selezionate tra oltre 600, record assoluto per la manifestazione. C’è una suddivisione equa tra corti e lungometraggi, mentre la storica prevalenza dei documentari viene ora insidiata dal numero crescente delle fiction, che offrono una notevole differenziazione: accanto ad opere standard di respiro montano ci sono pure splatter-horror tirolesi (Attack of the Lederhosen Zombies di Dominik Hartl) e western tibetani (Soul On A String di Zhang Yang), a conferma di un acquisito e apprezzabile eclettismo.

 

Soul On A String di Zhang Yang

 

La curiosità degli appassionati di avventure in alta quota è rivolta in maniera particolare a Still Alive – Dramma sul Monte Kenya, esordio registico di Reinhold Messner: il leggendario “mister 8000” ha infatti spesso partecipato a lavori altrui (collaborando, per esempio, con Werner Herzog), ma non si era finora mai cimentato in proprio, assaggiando così personalmente la difficoltà di far corrispondere le idee di partenza al risultato finale, al quale ha messo mano più volte, arrivando infine, dopo lunghe sessioni in sala di montaggio, ad una forma definitiva che trova a Trento il luogo della verità. Sul versante cinefilo l’attesa è forse anche maggiore per Les saisons, dell’attore e documentarista Jacques Perrin, autore nel 2001 del fortunato Il popolo migratore; per il kolossal giapponese Everest-The Summit Of Gods, tratto da un manga di culto del maestro Jiro Taniguchi; per La vallée des loups, storia dell’interesse che diventa ossessione totalizzante da parte di Jean-Michel Bertrand per lo studio di un branco di predatori, un film che ha introdotto una ventata di epica naturalistica nelle sale francesi. Altre opere in vetrina: White Sun, vicenda famigliare nepalese che si intreccia con il conflitto civile che ha insanguinato il Paese asiatico, già vista a festival come Venezia e Toronto; Gli eremiti, scavo di solitudini girato in Val Venosta dall’altoatesino Ronny Trocker; e poi la commistione tra montagna e spiritualità affidata al giapponese Ascent (ambientato sul monte Fuji) e all’americano Strangers On the Earth (che ci porta nel cuore del “camino de Santiago”). Senza dimenticare il restauro di un film minore di Luigi Comencini, Son tornata per te-Heidi, risalente al1952, che rappresenta la prima trasposizione per il grande schermo del romanzo Heidi di Johanna Spyri. Tra le curiosità collaterali, Fabio Volo che si cala nei panni di un insolito Virgilio (insieme alla compagna di vita Johanna Hauksdottir), per condurre il pubblico dentro la natura e la cultura dell’Islanda, nazione in cui vive per lunghi periodi dell’anno: la “terra dei ghiacci e del fuoco” è infatti il Paese scelto dai curatori del TFF per un approfondimento. C’è anche – sullo schermo e pure di persona – la sky runner nepalese Mira Rai, che National Geographic ha designato “Adventurer of the Year 2017” per premiarne gli straordinari risultati sportivi e l’impegno per l’emancipazione femminile nel suo Paese. La ragazza – che ha alle spalle un’infanzia da bambina/soldato e che ora compete con i migliori atleti maschi nelle corse estreme – ha una guida italiana, Tite Togni, tra le prime teorizzatrici dello “yoga for runner”. Molti i nomi noti che saliranno sui palchi di Trento: decisamente in tema scrittori come Mauro Corona, Paolo Cognetti, Franco Perlotto e Robert Peroni; presenze bizzarre lo statista Romano Prodi e il sociologo Giuseppe De Rita. Quindi l’astronauta Umberto Guidoni, l’esploratore Alex Bellini, il climber Adam Ondra e vari scalatori del club degli “8000”, tra cui Fausto De Stefani, Thomas Huber, Roger Schaeli e Sthepan Siegrist. Tutti uniti in nome di Sua Maestà la Montagna.