I 1000 Occhi, ventitreesima edizione: il festival triestino, il più profondamente cinefilo d’Italia, torna dal 18 al 22 settembre con un programma ricco di spunti e di proposte. Si parte il 17 settembre con una serata di pre-apertura al Cinema Sociale della Cineteca del Friuli di Gemona, dove verrà proposto il folgorante Henry Fonda for President del critico e programmatore Alexander Horwath. Il 21 settembre il festival sarà protagonista di una notte di Fuori orario, su Rai 3, con la trasmissione dei due capitoli di I diari di Angela di Yervant Gianikian e Angela Ricchi Lucchi, ai quali è assegnato anche il tradizionale Premio Anno Uno il 22 settembre, in chiusura di festival, con la proiezione di Frente a Guernica. I 1000 Occhi è un festival incentrato sulla cura (e quindi sulla curatela) oltre che sulla ricerca negli archivi della storia di quella materia vivissima che è il cinema. Infatti da quest’anno, esordisce un Concorso Internazionale I mille occhi (con premio del pubblico) dedicato alle opere che si prendono cura di raccontare, ricostruire, aprire nuove prospettive sulla storia e le storie del cinema, con otto film che in modi decisamente differenti si occupano di riportare alla memoria vicende (anche incredibili) di registi e interpreti, da Henry Fonda a Dorothy Arzner, dall’avanguardia triveneta di Sirio Luginbühl agli emuli di Bruce Lee. Con – in anteprima mondiale – l’installazione del film fiume, di 798 minuti, Non c’è Nessuna Dark Side (atto uno, parte due) _ L’Orizzonte degli Eventi di Erik Negro. (In apertura una immagine di Gli uomini sono stanchi di Toni Fabris).
Fondato da Sergio M. Grmek Germani e diretto per il quarto anno da Olaf Möller e Giulio Sangiorgio, con la direzione organizzativa di Simone Starace, il festival propone anche quest’anno i suoi abituali percorsi eccentrici, tesi a scrivere delle possibili storie del cinema legando insieme titoli apparentemente lontani. I percorsi sono due, nel primo ci sono Anni di Kafka, dedicato al rapporto tra il cinema italiano degli anni di piombo e gli influssi kafkiani, partendo dall’anteprima di Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri (visto il 2 settembre e a cui si ispira la locandina del festival firmata da Maurizio Lacavalla) e poi si passa per opere di Marco Ferreri, Corrado Farina, Nanni Loy e Sergio Martino; nel secondo (curato da Dario Stefanoni) e intitolato Il pianeta della stanchezza si parte dalla riscoperta del cinema animato di un grande scultore, Toni Fabris, accompagnando il recupero della sua opera – su tutti il pionieristico e ancora profondamente attuale Gli uomini sono stanchi, recentemente restaurato – con film che lo contestualizzano e ne esaltano le prospettive (tra questi un omaggio al collezionista e studioso triestino Diego de Henriquez). Due gli omaggi a figure di critici che – in conformità alla sensibilità del festival – sono anche cineasti, sin dalla scrittura ma anche direttamente su pellicola: prosegue la retrospettiva dedicata al francese Louis Skorecki, premio Anno Uno 2023, con la prima italiana del sadiano Eugénie de Franval, e si celebra la figura di Adriano Aprà, con la proiezione di due opere del grande studioso italiano. Chiudono il programma le proiezioni speciali (curate da Mila Lazic), della prima italiana di El Shatt di Ivan Ramljak, film che ricostruisce un fatto poco conosciuto e studiato della Seconda guerra mondiale, e l’incredibile Il volo di Silvano Agosti, in occasione del centenario di Franco Basaglia.
L’ingresso al festival è gratuito.
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