Sharon Lockhart si è fatta notare alla Biennale di Venezia del 2017 con Little Review, il bellissimo progetto per il Padiglione polacco. L’artista è partita dall’idea di rendere protagonista la generazione di giovani che ha collaborato con il pedagogo ebreo-polacco Korczak per creare un giornale interamente redatto da bambini e ragazzi nella Varsavia prima della guerra. Da oggi la Lockhart, nata nel 1964 in Massachusetts, è protagonista di una personale curata da Adam Budak e Diana Baldon che rimarrà aperta fino al 3 giugno al MATA – ex Manifattura Tabacchi, sede temporanea di Fondazione Fotografia Modena; in esposizione fotografie e sculture inedite e interconnesse, realizzate appositamente per lo spazio e ispirate all’attivismo sociale dei suoi operai. Il punto di partenza per questi nuovi lavori è l’interesse costante dell’artista per il ritratto, la rappresentazione, il movimento, il lavoro e il potere delle donne. L’artista americana si cimenta per la prima volta con la lavorazione del bronzo realizzando, per la serie A Bundle and Five Variations (2018), alcune sculture scaturite da calchi di bastoni che l’artista ha raccolto personalmente sulle montagne della Sierra Nevada in California. Grazie alla collaborazione con Ravi GuneWardena della Sogetsu School of Ikebana, queste sculture sono state disposte in sei diverse composizioni che si relazionano con le fotografie della serie Nine Sticks in Nine Movements (2018): in queste immagini, Lockhart e la protagonista degli scatti, Sichong Xie, hanno ideato un movimento per ogni scultura bronzea. In apertura Sharon Lockhart Nine Sticks in Nine Movements: Movement Three 2018.
Grazie agli intensi scambi tra l’artista, i curatori e Fondazione Fotografia Modena, la mostra affronta inoltre la storia fortemente politicizzata della sede espositiva, un’ex manifattura tabacchi, per alcuni periodi popolata esclusivamente da forza lavoro femminile. La mostra include una selezione di immagini provenienti dagli archivi del noto studio fotografico modenese Botti e Pincelli. Gli scatti in bianco e nero, realizzati nel 1963 e nel 1968 e mai pubblicati,immortalano manifestazioni di protesta di agricoltori che distribuiscono patate agli operai in prossimità della manifattura e delle vicine Fonderie Cornie gettano il latte sulle strade, in segno di protesta per le politiche economiche introdotte dal governo italiano, allo scopo di regolamentare le tariffe del settore. Le immagini mostrano un chiaro parallelismo con un’altra forma di autodeterminazione e di autonomia economica che Lockhart ha immortalato nelle sue fotografie di “independent business” (forme di commercio autogestito) come Dirty Don’s Delicious Dogs, Moody Mart e Handley’s Snack Shop (tutte del 2008), anch’esse in mostra. Appartenenti a Lunch Break, precedente progetto di più ampio respiro, queste fotografie ritraggono banchetti allestiti dagli operai di una grande società navale americana. Benché espressamente vietati dalla direzione, questi banchetti si snodano lungo i corridoi delle officine e offrono cibo e bevande agli operai, in segno di sfida alle merci di produzione di massa vendute dall’azienda a prezzi gonfiati.