Su Arte il cinema critico-militante di Robert Guédiguian. Conversazione con Luciano Barisone

Luciano Barisone

Estate col Cinema di Robert Guédiguian sul sito Arte.tv: il portale sta infatti proponendo sino al 31 agosto in streaming gratuito (basta iscriversi alla piattaforma) sei film tra i più significativi della prima stagione del grande regista francese: si va dall’esordio di Dernier été (1981) a L’argent fait le bonheur (1993), da À la vie, à la mort! (1995) a Marius e Jeannette (1995, l’unico disponibile solo fino al 31 luglio), arrivando a À l’attaque! (2000). Tutti i film sono proposti in lingua originale con sottotitoli italiani e a questi si aggiunge una bella intervista al regista a cura di Olivier Père, il critico francese alla guida di Arte. In Italia il cinema di Guédiguian è stato approfondito e sostenuto in maniera particolare da Luciano Barisone (nel comitato direttivo di Duel e poi di Duellanti), che nel 1998 curò per il XVI Torino Film Festival (direttore Alberto Barbera) un omaggio rimasto un punto fermo per la conoscenza del regista francese, grazie anche alla monografia che fu pubblicata per l’occasione (Lindau Ed.). Ci siamo rivolti a lui per parlare di Guédiguian e presentare l’Omaggio in corso su Arte.tv partendo proprio dalla sua lunga frequentazione del regista marsigliese. (in apertura una immagine tratta da Marius e Jeannette).

 

L’argent fait le bonheur

 

Conosco Robert Guédiguian e il suo cinema da quasi trent’anni. All’inizio come critico di cinema, in seguito come programmatore e direttore di festival di cinema. Avevo già incontrato il regista in occasione della prima cannense di Marius e Jeannette e la rivista Panoramiche/Panoramiques, che avevo creato e dirigevo per conto della regione Valle d’Aosta, gli aveva dedicato un ispirato articolo di Michelangelo Buffa. Poi sono sempre rimasto in contatto con lui, seguendone l’evoluzione artistica fino ad oggi. In tal senso dobbiamo considerare il suo percorso come una linea politico-produttiva quasi unica nel panorama francese del cinema d’autore. Una linea critico-militante ed al contempo estremamente godibile che fa delle periferie francesi il suo campo d’azione.

 

Robert Guédiguian

 

Ritrovare oggi i film della prima stagione di Robert Guédiguian crea uno strano effetto di lontananza eppure di attualità. Quali erano i presupposti da cui nasceva il cinema di Guédiguian e come si proiettavano sugli scenari futuri della società?

I presupposti da cui nascevano i film di Robert Guédiguian erano l’esperienza personale (familiare, sociale, politica), l’impegno civile, la profonda conoscenza del territorio che descriveva e degli esseri umani che ci vivevano lottando per i loro diritti e infine l’ispirazione artistica, che trasformava una città e i suoi abitanti in un teatro di situazioni, in direzione di un riscatto umano e sociale.

 

La qualità evidentemente politica del cinema di Guédiguian è frutto di una profonda vicinanza umana alle persone che racconta. Il suo cinema nasce da una comunità di intenti e di interessi che viene prima del set e che nel set si incarna, per trasformarsi poi in un vero e proprio immaginario ormai ben riconoscibile, fatto di volti, figure, azioni, spazi della convivenza….

Ciò che colpiva e che colpisce ancora oggi nei film del regista francese è la vicinanza del cineasta ai personaggi che mette in scena: una vicinanza non ruffiana, ma al contempo sincera e critica. Uno sguardo che non tradisce lo spirito delle origini (quello del quartiere, del luogo di lavoro e degli spazi conviviali di incontro), ma trova la giusta distanza e la giusta respirazione emotiva per iniettarlo nelle storie che racconta. In questo senso si può dire senza problemi che Guédiguian non ingaggiava gli attori per metterli di fronte a delle sceneggiature che dovevano imparare. Lavorava invece con loro a creare i personaggi che affondavano le loro radici nel vissuto dei corpi che li interpretavano. E soprattutto scioglieva un cinema di parola in un’architettura di corpi e spazi, dove le idee e i discorsi nascevano e prendevano forma.

 

Dernier été

 

Marsiglia, L’Estaque, sono il centro del mondo di Guédiguian: questa localizzazione così precisa ha qualcosa di immanente, di profondamente identitario in chiave sociale, ma anche di trascendente, per così dire, nella misura in cui le strade, le case, il porto, le spiagge e il mare contengono una loro spiritualità magnificamente laica… E’ qualcosa di più di una semplice riconoscibilità sociale…

Gli spazi sono fondamentali nel cinema del regista francese. Sono il teatro di corpi ben riconoscibili, ciascuno portatore di un valore, di un’idea, come in una commedia dell’arte «en plein air». Ma ciò che conferisce spessore e identità a questi spazi e a questi corpi è la luce. Se guardiamo bene è quella luminosità mediterranea presente nei suoi film a caratterizzare le azioni e la parola, come se fosse un eco delle più intime potenzialità dell’umano.

 

À la vie, à la mort!

 

C’è una gioia amara che attraversa le storie e i personaggi di Guédiguian, una rassegnazione ribelle e fatalista che si sente sin dal suo primo film Dernier été e che nell’ultima stagione ha assunto la coloritura dell’età che avanza… E’ qualcosa che appartiene al carattere del regista o qualcosa che emana dalla coralità su cui costruisce il suo cinema?

I personaggi di Guédiguian e le storie che attraversano sono il frutto di un vissuto del cineasta, un idealista pragmatico che sa bene quanto le aspirazioni di un futuro migliore si scontrino con l’imprevedibilità della vita e soprattutto con la resistenza di un sistema che non ha certo elevato gli esseri umani a scopo ultimo della sua esistenza. Un tale elemento recepibile e riscontrabile fin dai suoi primi lavori diventa più evidente col passare degli anni, quando l’esperienza della vita vissuta riduce considerevolmente le aspettative future. I personaggi di Guédiguian in questo senso sono dei perdenti che combattono, consci tuttavia del valore della trasmissione di un’idea, quella di una resistenza al sistema dominante. Dernier été, il suo film d’esordio, può così essere considerato non solo il prototipo di un certo tipo di cinema, ma anche il manifesto di un’estetica e di un’etica, che proseguiranno ininterrotte per i successivi ventitré film.

 

La retrospettiva offerta in questi giorni su Arte.tv propone 5 film della prima stagione di Guédiguian, dall’inizio degli anni ’80 di  Dernier été all’inizio del nuovo secolo con  À l’attaque!. Cosa segna il percorso di questi film e cosa è cambiato dopo nel cinema del regista?

La filmografia attuale di Robert Guédiguian conta ad oggi ventitré titoli. Il cineasta, senza tradire le sue origini e lo spirito che accompagnava le sue prime produzioni, è tuttavia diventato una figura ben definita dell’establishment cinematografico francese. La tecnica di messa in scena con cui crea ancora i suoi film è innegabilmente quella di un tempo, ma è come se oggi l’urgenza di allora diventasse un «savoir faire» ispirato sì, ma pur sempre distante dalla necessità e sempre più incline al ricordo nostalgico di un’avventura, diventata oggi un mestiere…
Arte.Tv: Il Cinema di Robert Guédiguian 

(in streming gratuito sino al 31 agosto)