Una storia semplice, si potrebbe dire in estrema sintesi di Tofu in Japan – La ricetta segreta del signor Takano, che si inserisce in un filone molto florido soprattutto nell’estremo Oriente, dove il cibo rappresenta un momento essenziale della vita di ogni individuo su cui riflettere con profusione di dettagli. E così, la produzione artigianale di tofu del testardo Tatsuo Takano, è il motivo propulsore per osservare più da vicino la vita di un gruppo di persone comuni, che comuni non lo sono davvero. Protagonista è l’attore Tatsuya Fuji (L’impero dei sensi) nei panni del vecchio brontolone che ogni mattina esegue con la figlia cinquantenne il rituale quotidiano per un tofu di altissima qualità che poi vende nel negozietto e nel supermercato del paese. Siamo a Onomichi, nella prefettura di Hiroshima, e della bomba si parla ancora tra gli anziani che hanno subito perdite e conseguenze della tragedia. Forse è questa la ragione che spinge Tatsuo a non voler trasformare la sua attività in industriale, perché solo attraverso la cura della qualità si può preservare un microcosmo di benessere continuamente minacciato dal sistema dominante. Concetto anche questo tradizionale, che ben si accompagna ai molti temi che attraversano il film: una figlia da sposare, perché sta dedicando troppi anni alla cura del padre, una nuova amicizia inattesa da far sbocciare e la malattia da tenere a bada. Tutt’intorno gli amici tra bar e barbiere, le innocenti trame per scegliere i candidati a sposare Haru e gli incontro, prima casuali, poi cercati, con la solitaria Fumio e la sua saggezza pacata.
Non manca nulla nello schema perfetto della commedia di Mitsuhiro Mihara, i passaggi sono quelli che abbiamo visto in molti film di consumo giapponesi, compresa una certa trascuratezza della sceneggiatura, la schematicità con cui sono tratteggiati i personaggi, su tutti proprio quello del signor Takano, che cambia spesso e all’improvviso registro senza davvero una motivazione di fondo. Non esistono le sfumature, insomma, in questo film che, invece, per la sua natura popolare avrebbe dovuto nutrirsi di tonalità diverse, proponendo allo spettatore una storia anche e soprattutto attraverso accuratezza narrativa e approfondimento esistenziale. Vincitore del Gelso d’Oro all’ultimo Far East Film Festival, Tofu in Japan non nasconde il goffo riferimento a Ozu, di cui riprende il tema della figlia da sistemare oltre all’ambientazione nella cittadina che compare brevemente anche in Viaggio a Tokyo.