L’amore per la lettura nell’Inghilterra della fine degli anni Cinquanta, in un film tratto da un libro (di Penelope Fitzgerald) del 1975. Isabel Coixet sceglie una storia femminile per un film che inizia con femminile delicatezza e prosegue con la forza di donne caparbie e idealiste. L’ambiente è quello dell’Inghilterra Orientale, una cittadina di pura invenzione affacciata sul mare. In questo contesto di grandi contraddizioni paesaggistiche e sociali, nasce il progetto di Florence, donna mite e riservata che ha scelto di vivere in questa piccola comunità da quando il marito, incontrato in una libreria di Londra, è morto in guerra. L’idea, a lungo assaporata, è quella di trasformare una vecchia casa abbandonata in una libreria e, al tempo stesso farla diventare la sua casa. Analogia romanticamente calzante quella dell’abitare e del leggere, come se la protagonista volesse dare casa ai libri e, contemporaneamente, a se stessa.
E, infatti, la libreria sembra un salotto, con scaffali e tavolini, poltrone e sedie. Ma mentre i lettori lentamente incuriositi iniziano ad affollare questo luogo magico, la ricca Violet Gamart le si oppone con il progetto di creare un centro per le arti in quella stessa casa, conosciuta da tutti come Old House. Lo scontro si compie interamente sul piano legale e burocratico. Le due donne hanno pochi e brevissimi scambi. L’una (Florence) oppone la fermezza e il silenzio alla macchinazione subdola dell’altra (Violet), fatta di tradimenti e raggiri, sopraffazioni tanto eleganti quanto feroci. Sorprende la scelta di Coixet di concentrare lo sguardo sulla vita quotidiana della libreia, che ancora ama leggere durante le giornate piovose, e fare lunghe passeggiate in riva al mare grigio del nord, per riflettere sul potere della parola scritta. Il silenzio e la solitudine da concetti si fanno qui sentmenti vivi e concreti, compagni di vita e di viaggio per personaggi pensati come rivoluzionari dai modi antichi, destinati a soccombere nella loro battaglia contro il sistema conservatore e miope. Non stupisce che gli unici alleati di Florence siano una bambina risoluta come Christine (che non ama leggere, dice, ma che poi prenderà il suo primo libro su quegli scaffali) e un vecchio solo e divoratore di libri, che vive chiuso nella sua grande casa. Ma questa lotta finisce per combattersi nel fuori campo, perché in primo piano la regista spagnola sceglie di porre l’amore per la vita e le scoperte del presente, destinate a gettare germi importanti per il futuro. Perché in questa libreria e tra le mani dei suoi frequentatori passano Fahrenheit 451 di Ray Bradbury e lo “scandaloso” Lolita di Vladimir Nabokov, portando anche in questa cittadina il dibattito critico che si era allargato oltre la ristretta cerchia letteraria, destinato a rinnovare il mondo. Gli anni Sessanta stanno per arrivare, e anche questa cittadina caparbia e arroccata nel suo conformismo, finirà travolta dall’aria rivoluzionaria dei tempi che stanno per venire.