Due madri, due dolori – Alla Festa del Cinema di Roma arriva Two Mothers di Naomi Kawase

Una telefonata in cui una madre sostiene di essere la mamma del figlio allevato dalla donna all’altro capo del filo. La quotidianità e la serenità familiare vanno in frantumi, ogni ordine sovvertito, ogni verità in discussione. Intuiamo progressivamente il quadro di un doppio dramma irrisolvibile. Arriva oggi alla Festa del Cinema di Roma uno dei film più attesi della rassegna di quest’anno: Asa ga kuru, o Two Mothers, della talentuosa regista giapponese Naomi Kawase. Two Mothers è tra i titoli presenti alla Festa con il “bollino” di Cannes (era stato selezionato per il concorso del Festival 2020, poi cancellato causa Covid). Il film – tratto dal romanzo bestseller della scrittrice Mizuki Tsujimura (ancora inedito in Italia) – racconta una storia semplice, narrata in modo complesso e profondo (piani temporali in parte sfalsati, introspezione, molteplici personaggi). La coppia composta da Satoko e Kiyokazu non riesce ad avere figli. Si rivolge allora a un’agenzia di adozioni pubblicizzata in tv. L’agenzia consente a ragazze rimaste incinte molto giovani di affidare i propri figli a chi può consentire loro «un futuro migliore». La coppia adotta allora il piccolo Asato, figlio della quattordicenne Hikari rimasta incinta del primo amore. Sei anni dopo, però, Hikari desidera riavere il proprio figlio…

 

 

Two Mothers è un’opera suggestiva, destabilizzante e disturbante, che mette a fuoco la difficoltà di una madre adottiva di trovare equilibrio fra affetto e consapevolezza, gioia e rimozione. Con la stessa potenza e intensità inquadra la tragedia dell’altra madre, quella biologica, e la sua impossibilità di prendersi cura della propria creatura. Ma la ragazza che si presenterà alla porta è la vera Hikari? Il tutto filtrato attraverso gli occhi di un bambino.
Kawase lavora per accumulo – di dramma, situazioni, tensione – e per antifrasi potente tra il buio della doppia (tripla?) tragedia inquadrata e la fotografia luminosissima e spiazzante di Yuta Tsukinaga. Sviluppa il dramma con i colori della commedia e l’intimità familiare con i contorni del thriller. L’autrice nipponica ha dichiarato: «Questa è una storia sulla creazione del proprio destino, come se dopo la pioggia una luce radiosa avesse purificato il mondo. Tutti sono figli di qualcuno; tutti abbiamo bisogno di una madre […]. Il nucleo di questa storia dovrebbe toccare il cuore delle persone, perché è visto attraverso gli occhi di un’anima pura (il piccolo Asato, nda), che crede nella bellezza di questo mondo…».