«Ho trovato un posto nella Georgia del Nord che finalmente mi ha dato un senso di casa e di orgoglio per il mio stato d’origine che non era mai esistito prima. Ora serve come sfondo dei miei romanzi perché è davvero il mio posto preferito sulla terra…». Così Brian Panowich spiega perché ambienta i suoi romanzi nella catena degli Appalachi ai piedi di Bull Mountain. Luogo di fantasia che ha dato il titolo al suo primo romanzo. Densissima storia dei Burroughs, una famiglia di banditi che da generazioni ha imposto la sua legge, iniziando a trafficare in liquore e finendo con la metanfetamina. Vicenda che arriva a un punto di rottura quando Clayton si sposa con Kate, rinnega le sue origini e diventa sceriffo. Poi è seguito Come leoni, dove Kate si batte per la salvezza della famiglia mentre Clayton tenta di guarire da ferite morali e fisiche. Due grandi romanzi con una notevole capacità di evocare i luoghi: Panowich la selvaggia e misteriosa Georgia del Nord te la fa avvertire sulla pelle, respirare, vedere, in una impressionante forma di ipnotismo verbale. Le trame sono lineari, tese, intessute di motivi e immagini ricche di significazioni simboliche. I dialoghi taglienti e definitivi sono stati giustamente paragonati a quelli di Elmore Leonard. Ora è arrivato Hard Cash Valley – All’ombra di Bull Mountain (NNEditore, pag.382, euro 18), con l’ottima traduzione di Matteo Camporesi. Siamo sempre nei territori di Bull Mountain, ma con personaggi nuovi. Il romanzo si apre con dei versi tratti da Survivor Blues, una canzone di Cory Branan: They say it makes you stronger, but first you gotta survive./ What didn’t kill you, will make you wish you died…/ You call that a scar, a bruise, a tear, pillow marks souvenirs/ che possono essere letti come il manifesto esistenziale del protagonista Dane Kirby, nativo della contea di McFalls e investigatore di incendi dolosi per l’FBI. (In apertura un’immagine di Blue Ridge Foothills, la Georgia di culto per Brian Panowich).
Dane ha una donna che lo ama ma è un uomo distrutto, perseguitato dai fantasmi della moglie e della figlia morte in un incidente del quale si incolpa e per tutto il romanzo va in giro con delle analisi in tasca che suonano come una condanna a morte. Un giorno sale su un elicottero e va a fare il consulente per l’omicidio di Arnie Blackwell, un criminale di mezza tacca torturato, ucciso e bruciato in un motel in Florida. Qui deve fare squadra con l’agente Roselita Velasquez che non è per nulla felice di avere un nuovo partner. Il defunto ha vinto più di un milione di dollari durante un torneo di combattimenti di galli ad Hard Cash Valley, nella Georgia di Dane. I soldi sono scomparsi come William, il fratellino di Arnie, affetto dalla sindrome di Asperger e con una fenomenale inclinazione per la matematica e la statistica. Mentre una coppia di killer filippini psicopatici lascia una scia di cadaveri, un altro killer dà il suo contributo eliminando tutti quelli che hanno a che fare con la vicenda, Dane cerca William, ma la soluzione sarà nella sua terra. Un’America montana appartata, all’apparenza una terra desolata, nutrita di violenza e disperazione, ritratta in modo brutale e lucido. La connessione fra la gente e la terra è indissolubile, come quella con la famiglia (parola che apre Bull Mountain), lo spiega molto bene lo stesso Panowich: «La cosa più importante nella vita è prendersi cura di cio che ci appartiene: far parte di una tribù e proteggere quella tribù a prescindere dal costo. Se mi chiedessi da che parte starei tra un membro della mia famiglia o chiunque altro sulla terra – inclusa la legge – sarebbe la mia tribù ogni volta, giusto o sbagliato che fosse». Panowich ha un talento per la violenza. I suoi romanzi sono sempre pieni di esplosioni di brutalità che servono bene la storia e fanno conoscere ai lettori il tipo di personaggi con cui hanno a che fare. Hard Cash Valley è un romanzo strepitoso perché riesce ad abitare l’esiguo spazio che crea tra un feroce e travolgente Southern Noir e un romanzo che tallona un uomo che deve decidere come affrontare la propria probabile morte e nel frattempo deve anche vanire a patti con il proprio passato. Mentre Dane ci rivela un’altra America, con un’umanità provinciale, incattivita, ostile, libera sullo sfondo c’è una natura nella quale la scrittura di Panovich si immerge. Estaticamente.