All’inizio degli anni Ottanta uno sconosciuto scrittore di Liverpool, Clive Barker, scrive una chilometrica (mille pagine) raccolta di racconti horror. Oggi un’opera del genere probabilmente non verrebbe nemmeno letta dalle case editrici. Invece in quei giorni l’editor Barbara Boote comprende di avere scovato un nuovo maestro. Il manoscritto finisce nelle mani di Ramsey Campbell (l’autore di La bambola che divorò sua madre, La faccia che deve morire, Luna affamata) che si spende non poco per lanciare il nuovo talento. Nel 1983 dichiara:”Barker è sicuramente lo scrittore horror più rilevante del decennio”. L’opera viene pubblicata nel 1984 in Gran Bretagna (divisa in tre volumi) con il titolo Clive Barker’s Books of Blood. Da noi viene proposta nel biennio ’84- ’85 in sei volumi (Sonzogno, curati da quattro diversi traduttori). In Usa i libri escono con due anni di ritardo e solo in edizione economica. Non fa niente: Barker diventa comunque una stella del firmamento horror. Il cinema lo reclama e nel 1987 dirige Hellraiser (il prossimo ottobre arriva un nuovo Hellraiser diretto da David Bruckner), tratto dal romanzo Schiavi dell’inferno, genererà una mitica saga che avrà 9 sequel. Nel 1992 con Candyman – Terrore dietro lo specchio (tratto dal racconto The Forbidden) si apre una serie che oggi conta quattro capitoli. Ora grazie a Fanucci Editore (pag.537, euro 18) i Libri di sangue sono tornati: si inizia con un libro che propone i volumi 1-3, tutti ritradotti da Silvia Petrone, poi toccherà ai 4-6. I racconti sono modellati sull’antologia The Illustrated Man (da noi Il gioco dei pianeti) di Ray Bradbury, dove i racconti prendono vita dai tatuaggi presenti sulle braccia e sul petto di un uomo che si confronta costantemente con la morte (altrui) in arrivo. Barker al riguardo è molto esplicito nel primo, prgrammatico, racconto Libro d Sangue: “C’erano parole minute su ogni millimetro del suo corpo, scritte da una moltitudine di mani. (…) Lui era un Libro di Sangue, e lei la sua unica traduttrice” e reitera:”Ecco allora le storie scritte sul Libro di Sangue. Leggi, se ti fa piacere leggi e impara. È meglio essere preparati al peggio, dopotutto, e saggio imparare a camminare prima di esalare l’ultimo respiro”.
I debiti con Ray Bradbury si esauriscono qui. Già da Macelleria Mobile di Mezzanotte, dove la metropolitana di New York diventa un mattatoio mobile, si percepisce che Barker mette in scena una violenza grafica e grottesca. La narrativa horror non era mai stata così coerentemente esplicita nel collegare sesso e violenza. Ai tempi della prima uscita del libro, a Milano c’erano lettori che si trovavano in metropolitana per sessioni improvvisate di lettura e discussione. Il successo fra gli appassionati era travolgente. I Libri di Sangue si fondano sulla proposizione che non esistono tabù, né misteri. Gli occhi di Barker non battono le palpebre; trascina il lettore fra le ombre e lo costringe a guardare. L’horror convenzionale non fa per lui, si tiene alla larga dal sottotesto puritano: se c’è una certezza (soprattutto nei film), è che gli adolescenti che fanno sesso in macchina o nei boschi moriranno. E i mostri (che, per definizione, sono diversi) sono distrutti da un comportamento corretto, sia simboleggiato dalla verginità, dai crocifissi d’argento o, addirittura, dal conformismo. Per Barker, il conformismo è l’orrore definitivo; molti dei suoi personaggi sono adimensionali per progettazione. Solo attraverso l’intrusione dell’orrore possiamo vedere chiaramente il nostro mondo, conoscerne sia i pericoli che le possibilità. Altrimenti, come i cittadini di uno dei suoi racconti più memorabile, In the Hills, the Cities (In collina, le città), che si trasformano in un gigante e marciano verso la battaglia, siamo condannati. Nel tempo l’estremismo estetico di Barker non è mai venuta meno.”Non c’è gioia uguale al terrore”, scrive Barker, ed è proprio questo entusiasmo che spinge la sua narrativa. La sua prosa, in particolare nei primi tre Libri di Sangue, è spigolosa; ha, tra l’altro, una spiazzante propensione ai cambi di punto di vista. La sua energia è inarrestabile, si trova a suo agio ad affrontare la paura che abita la nostra vita quotidiana.”Le esperienze formano le nostre barriere coralline personali. Sentiamo tutti il richiamo del buio. Penso che sia molto importante che le persone accettino, abbraccino, celebrino la capacità di essere mostruosi nel mondo” – ha confessato in una intervista alla BBC – “In questo modo, le storie sulla paura possono persino insegnare a non vivere nella paura”.